Lavori socialmente utili per gli alunni violenti: la proposta del ministro

Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, propone questa nuova formula per gli studenti problematici con almeno 16 anni. Non è una novità e avrebbe il favore di qualche preside. 

Giuseppe Valditara annuncia la possibilità di inserire nuove e scioccanti sanzioni per gli alunni delle scuole italiane che presentano problemi di natura comportamentale. Per il ministro dell’Istruzione e del Merito gli episodi di violenza nelle classi italiane “anche prevedendo forme diverse di sanzioni nei confronti di quegli studenti che non hanno capacità di rispettare le regole: una cosa che mi è sempre parsa molto utile, sono i lavori socialmente utili“.

Dobbiamo ripensare le misure di contrasto con intelligenza e in modo moderno – continua Valditara -. L’obbligo di lavori di pubblica utilità può servire a ripristinare il rapporto di chi ha commesso atti vandalici o di bullismo con le regole“. Una nuova linea “ferma ma costruttiva” per il ministro che è destinata ad accendere inevitabilmente le polemiche.

Dobbiamo ridare autorevolezza ai docenti, rispetto verso i docenti, gli studenti e ai beni pubblici – ha affermato -. C’è anche il tema dei docenti che devono essere sempre consapevoli del ruolo che hanno e che passa anche da un aumento del livello retributivo“. Il ministro afferma che sta lavorando all’istituzione di “un tavolo per trovare soluzioni, che sia la didattica personalizzata, o psicologo, sanzioni più efficaci, o la chiamata alla responsabilità dei docenti, famiglie e ragazzi“.

L’ESEMPIO

Una proposta che non rappresenta una novità assoluta, infatti in diverse occasioni alcune scuole hanno adottato la soluzione dei lavori socialmente utili invece delle punizioni tramite sanzioni disciplinari, in quanto risultate inefficaci. Per fare un esempio l’Istituto d’Istruzione Superiore Lancia in provincia di Vercelli ha stilato alcuni anni fa una convenzione per usare i ragazzi nei lavori socialmente utili: “Abbiamo pensato di fare in modo che i ragazzi che subiscono dei provvedimenti disciplinari a scuola – spiegava allora il sindaco Paolo Tiramani – si rendano utili per la città, svolgendo attività socialmente utili. È un modello educativo che deve servire agli studenti per comprendere che il cattivo comportamento non può essere tollerato“.

IL COMMENTO DEI PRESIDI

Mario Rusconi, presidente dei presidi di Anp di Roma afferma che “lo Statuto degli studenti, in vigore sia per le scuole medie sia per le superiori da oltre un decennio, prevede una serie di sanzioni verso quegli studenti che commettano atti indisciplinati, forme di violenza o procurino danni alla scuola. Pertanto è applicabile anche a chi occupa un edificio scolastico, interrompendo inoltre un servizio pubblico. Siamo quindi d’accordo che si ricorra in questi casi a misure come lavori socialmente utili come le scuole fanno da anni

Potrei citare al proposito molti esempi vissuti in prima persona” dice il dirigente scolastico. “Rimane però insoluta la questione dell’individuazione di chi occupa una scuola, non potendo accedere noi presidi ed i professori nei locali occupati. In diversi casi la denuncia obbligatoria alle forze dell’ordine da parte dei dirigenti scolastici non ha ottenuto lo sgombero delle scuole pur essendo stato richiesto. Al ministro chiediamo che se il preside sollecita lo sgombero dell’istituto, bisogna far sì che polizia e carabinieri intervengano, mentre la maggior parte delle volte non accade“.

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