La moglie lo rimprovera: il marito furioso afferra il coltello e si scaglia contro di lei

Ennesima tragedia domestica: dopo una lite tra moglie e marito è scattata la furia omicida dell’uomo.

L’uomo ha afferrato il coltello pugnalando la consorte, poi ha chiamato la polizia e avvisato il figlio al lavoro.

Si chiamava Wafaa Chrakoua, 51 anni: è l’ultima donna uccisa da un marito violento. Il suo killer infatti è stato il consorte Bouchaib Sidki, 59enne originario del Marocco. Da molto tempo Bouchaib, incensurato, vive a Milano, al punto da aver preso anche la cittadinanza italiana.

Dopo aver assassinato la moglie con un coltello da cucina ha chiamato la questura per confessare il suo omicidio. Ancora in lacrime e coi pantaloni della tuta pregni del sangue della donna chiama anche al lavoro il figlio di 24 anni avvisandolo di tornare immediatamente a casa. È il più grande dei tre figli che vivevano con loro: gli altri due, di 13 e 17 anni, si trovavano a scuola al momento dell’omicidio (la figlia maggiore invece è in Francia).

Proprio il figlio 24enne, precipitatosi a casa (in via Lope de Vega 1, nel caseggiato popolare della Barona) assieme a un amico, scoprirà il cadavere della madre: il suo corpo era riverso a terra in camera da letto. Il padre in casa non c’era più: dopo il delitto ha cominciato a vagare per strada con un paio di jeans indossati sopra la tuta ancora sporca di sangue, un giubbotto nero e un berretto scuro. Dopo aver fatto un chilometro a piedi in viale Liguria incrocia una pattuglia dei carabinieri. Si consegna a loro autoaccusandosi dell’omicidio della moglie.

I racconti del vicinato

Per alcuni vicini quella di Sidki era una famiglia tranquilla, che non dava problemi. Altri invece, riferisce il Corriere della sera, raccontano una verità diversa, dove il problema in casa era lui: lo descrivono come un uomo violento (addirittura un «orco», dicono) sia con la moglie che coi figli. Negli ultimi tempi le urla e i litigi erano aumentati, dicono. Ma la donna – che lavorava nelle pulizie quando non stava a casa a pensare ai figli – minimizzava e non denunciava le violenze del marito.

Agli investigatori risultano almeno tre interventi, sempre per liti animate: il primo nel 2015, gli altri due nel 2021. Le frizioni si erano inasprite dopo che lui aveva perso il lavoro. A far scattare la sua rabbia sarebbe stato un rimprovero della moglie, che ieri al rientro dal lavoro lo avrebbe trovato a casa. Parte così l’ennesimo litigio, con la donna che lo accusa di non darsi abbastanza da fare per la famiglia. Sidki avrebbe spiegato agli agenti di non averci visto più dopo essersi sentito insultare. È allora avrebbe preso il coltello da cucina sferrando poi una decina di coltellate alla moglie in camera da letto, affondando più volte la lama nel torace. Quando va a consegnarsi in lacrime ai poliziotti il marito uxoricida avrebbe detto di aver fatto «una cosa stupida, non era cattiva, era una brava donna».

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