Niente funerale per la figlia morta a 2 anni, papà si sfoga sui social: «Come si fa a portare via la salma di una bimba per accertamenti?»

Il dolore sui social del padre di una bimba nata prematuramente da un parto complicato che ha provocato problemi neurologici anche alla madre. 

Prima di farle il funerale sarà necessaria l’autopsia. Ecco come si è arrivati a questa situazione straziante.

Da due anni e mezzo vive un’odissea infinita. Che assomiglia sempre più a un calvario. È la storia che sta dietro lo sfogo sui social di Gabriele Succi, il papà che da allora deve fare i conti con la morte della sua bimba di due anni e coi gravi danni neurologici della moglie, Cristina Rosi, riportati durante il parto.

Non ce l’ha fatta a trattenersi alla notizia che sarà necessario fare l’autopsia sul corpo della bimba, prima che questa possa riposare in pace. Così ha dato sfogo al suo dolore con un post su Facebook: «Ma come si fa a portare via una salma di due anni e mezzo da una cappella, con tutto quello che ha sofferto dalla nascita e non per colpa sua, per fare accertamenti? Io capisco tutto, leggi, giudici, metteteci chiunque, però ogni tanto mettetevi una mano sul cuore, è un consiglio».

E poi ancora: «Mettetevi una mano sul cuore…fatevi un esame di coscienza». «Posso solo ringraziare le alte autorità per quello che hanno fatto e per tutto il sostegno che ci stanno dando. Io mi voglio rivolgere ancora più in alto». Da qui l’umanissimo – e comprensibilissimo – sfogo di papà Gabriele dopo lo strazio di venerdì pomeriggio. Quando, dopo la comunicazione dell’autopsia, ha dovuto scortare con la sua macchina fino a Siena (qui mercoledì si svolgerà l’autopsia) il corpicino senza vita della sua bimba nel carro funebre.

Un incrocio kafkiano di situazioni

«Una creatura che è nata con mille problemi, l’unica che non c’entra niente, niente, niente. Neanche la soddisfazione di farla vedere a chi veramente le voleva bene».  Il padre tiene a chiarire di non avercela col pm Marco Dioni, che ha ordinato l’autopsia e che lo ha chiamato di persona (cosa alquanto inconsueta in campo giudiziario) per avvertirlo. E nemmeno col maresciallo che gli ha portato il decreto e che, sottolinea Gabriele, lo ha abbracciato forte, «da padre a padre».

Il problema sono le situazioni che si sono andate a incrociare malgrado le volontà individuali. In procura c’è irritazione per la mancata comunicazione ufficiale – almeno nell’immediato – da parte dell’ospedale. La salma della piccola così è stata restituita alla famiglia, che ha subito aperto la camera ardente ad Alberoro, comune di Monte San Savino, dove risiedono i familiari della piccola Caterina, prima che fosse disposta l’autopsia.

Una decisione che non si poteva evitare: è fondamentale determinare le cause della morte della piccola. Serve a stabilire se ci sia un collegamento col parto drammatico di Caterina. Per il quale sono finiti sotto inchiesta quattro medici per lesioni colpose per la madre e omicidio colposo per la figlia. Perciò la procura non poteva agire in altra maniera.

I fatti risalgono a luglio 2019, quando mamma Cristina, che aveva deciso di portare avanti una gravidanza malgrado i suoi problemi al cuore, viene colpita da un infarto al rientro dall’ennesima visita medica a Careggi. I medici le praticano un taglio cesareo, con la donna in coma. Ma le condizioni sue e della figlia sono compromesse. Cristina sta passando attraverso una complicata riabilitazione, ma rimane sempre in condizioni difficili. Per la bimba invece non c’è stato niente da fare.

Impostazioni privacy