Ucraina, Kiev replica ai missili: drone colpisce una base aerea in Russia

Mosca picchia duro coi missili e Kiev replica mandando droni a colpire in territorio russo.  È il terzo attacco ucraino da lunedì.

In attesa di lanciare campagne militari terrestri in grande stile, ucraini e russi duellano a distanza con missili e droni.

Un drone ha attaccato nelle scorse ore un aeroporto nella regione russa di Kursk, confinante con l’Ucraina. Lo ha annunciato sui social il governatore della regione colpita, Roman Starovoyt.

Già ieri, lunedì 5 novembre, il ministero della Difesa russo aveva puntato il dito su Kiev, accusandola di aver cercato di colpire degli obiettivi sul territorio della Federazione russa – una o forse due basi miliari, molto distanti dal suolo ucraino.

A causa dell’attacco del drone nella zona dell’aeroporto di Kursk, si è incendiato un serbatoio di carburante, ha reso noto Sarovoy. «Non ci sono vittime», ha scritto il governatore regionale. La provenienza del drone non è stata specificata, mentre le operazioni per spegnere le fiamme sono ancora in pieno svolgimento.

Droni-kamikaze per colpire in Russia?

Per colpire in territorio russo lunedì le forze armate ucraine potrebbero aver fatto ricorso a un drone-kamikaze, capace di penetrare per più di 450 chilometri oltreconfine. «Un’azione spettacolare avvolta, al solito, dalla cortina fumogena», hanno commentato nel loro Punto militare Andrea Marinelli e Guido Olimpio.

Alcune settimane fa la compagnia Ukroboronprom aveva reso noto di aver costruito un nuovo velivolo senza pilota capace di muoversi lungo un raggio d’azione di quasi mille chilometri. A bordo il drone poteva trasportare una testata da 75 chilogrammi e era equipaggiato per aggirare le contromisure. Un modo per rispondere al martellamento costante deciso dal generale Surovikin, il comandante alla testa dell’Armata russa.

Due attacchi con droni nella giornata di lunedì

È anche possibile che il nuovo drone sia stato utilizzato per colpire la pista di Engels-2, di Saratov, in Russia, a 750 chilometri di distanza dalla frontiera ucraina. È la pista utilizzata dai bombardieri strategici Tu-95 impiegati dai russi proprio nella campagna di bombardamenti sul suolo ucraino. Un paio di aerei potrebbero essere stati danneggiati dal drone.

Il secondo colpo messo a segno dagli ucraini ha interessato l’installazione di Ryazan, 185 chilometri a sudest della capitale Mosca. Qui si trova il centro di addestramento per l’aviazione a lungo raggio e gli aerei cisterna. I russi hanno cambiato versione durante la giornata. Inizialmente si era parlato di un’autobotte saltata per aria e di tre vittime. Ma successivamente alcune fonti locali hanno parlato di danni anche ad alcuni aerei. Nel fiume di notizie è avanzata poi l’ipotesi che il raid possa essere avvenuto non grazie a un armamento di tipo moderno, ma con un vecchio drone da ricognizione (appositamente modificato): il Ty 141, di fabbricazione sovietica.

«Sarebbe, in questo caso, uno smacco ancora più clamoroso», commentano Marinelli e Olimpio. «Come per ogni incursione in Russia c’è sempre nebbia di guerra, con molte voci, smentite e mezze ammissioni».

Invece non si sa ancora quale arma sia stata impiegata nell’attacco andato a segno oggi.

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