Legge di bilancio, il governo vaglia gli emendamenti: quali novità potrebbero esserci in manovra

Legge di bilancio, il governo vaglia gli emendamenti: quali novità potrebbero esserci in manovra

Cosa potrebbe cambiare in legge di bilancio con gli emendamenti da oggi al vaglio del ministro dell’Economia per vedere quali possano essere accolti?

La valutazione sarà di tipo tecnico, ma non solo. Andrà fatta anche una valutazione di natura politica, in sintonia dunque con la presidenza del Consiglio.

Nei giorni scorsi Giorgia Meloni si è detta possibilista su alcuni tipi di modifica. Come il tetto all’obbligo di accettare pagamenti elettronici, anche in vista delle indicazioni che nei prossimi giorni potrebbero arrivare dall’Europa. Aperture sono arrivate anche sulla possibilità di spingere di più sul cuneo fiscale, a condizione che ci siano però le coperture.

Nel complesso l’impianto della manovra e dei saldi di finanza pubblica non verrà stravolto. Solo alcuni aggiustamenti dunque. Tra i quali appaiono certi i ritocchi su Opzione donna, con modifiche che andranno ad allentare la stretta sui requisiti, e sul bonus cultura dei 18enni, che non riguarderà più tutti ma sarà collegato all’Isee.

Più serrato invece il confronto nella maggioranza su altre modifiche, come ad esempio l’aumento a 600 euro delle pensioni minime. Si parla anche di un’ulteriore stretta sul reddito di cittadinanza.

I temi più caldi: Pos e cuneo fiscale

In discussione ci sono soprattutto la soglia dei 60 euro per i pagamenti col Pos e il taglio del cuneo fiscale.

Il governo aveva eliminato le multe per gli esercenti che non volessero accettare pagamenti elettronici se la spesa del cliente non supera i 60 euro. Un modo, nelle intenzioni dell’esecutivo, per aiutare i piccoli commercianti sui quali grava la spada di Damocle delle forti commissioni per l’utilizzo del Pos. Ma le opposizioni hanno accusato il governo di voler favorire l’evasione. Perplessità sono giunte anche da Bruxelles e molto dipenderà dalla presa di posizione di mercoledì da parte della commissione Ue.

Da Meloni è arrivato l’ok a un possibile abbassamento del tetto dei 60 euro. L’alternativa potrebbe essere il corposo numero di emendamenti della maggioranza per ridurre o togliere le commissioni sui piccoli pagamenti.

Le ipotesi al vaglio sul taglio del cuneo fiscale

La modifica più importante della manovra potrebbe essere però quella legata all’aumento del taglio al cuneo fiscale, vale a dire la differenza tra la paga lorda e quella netta al lavoratore. La manovra ha confermato il taglio di due punti per gli stipendi fino a 35 mila euro lordi, già fissato per il solo 2022 dal governo targato Mario Draghi, aggiungendo un punto in più (tre dunque n totale) per le retribuzioni fino a 20 mila euro.

Ma lo sconto sui contributi previdenziali (senza ricadute sulla pensione) ha un costo piuttosto alto: 4 miliardi e mezzo nel 2023. L’esecutivo rifletterà se può essere possibile fare di più. In particolare si starebbe valutando se aumentare il taglio sulle retribuzioni fino a 20 mila euro o se alzare leggermente questo tetto per allargare la platea dei beneficiari del taglio di tre punti. Ma vanno trovate le coperture per la modifica.