Manovra, si procede a singhiozzo: il testo della legge slitta alla Camera

Lavori a singhiozzo in commissione Bilancio alla Camera. E così slitta il testo in Aula, che dovrebbe approdare domani a Montecitorio.

I tempi sono strettissimi per l’approvazione della manovra di Bilancio, ma i lavori vanno a rilento. L’iter stenta a procedere secondo i tempi fissati dalla conferenza dei capigruppo.

Il provvedimento doveva arrivare alla Camera alle 13 di oggi. Ma i ritardi accumulati commissione Bilancio a Montecitorio per dare il via libera al testo da approvare in aula hanno fatto slittare l’inizio delle votazioni in assemblea.

Il governo appare intenzionato a mettere la fiducia nella mattinata di domani, quando il testo della legge di bilancio approderà in aula alla Camera. L’intenzione è quella di approvare la manovra al massimo entro sabato 24 dicembre. Per poi passare al Senato con un testo blindato e non più modificabile e ottenere l’ok definitivo al più tardi entro il 31 dicembre, per scongiurare l’esercizio provvisorio.

Tensioni in commissione

Intanto però il caos e i bisticci caratterizzano i lavori in commissione. Dove non sono mancati nemmeno gli insulti: nella seduta di ieri, quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha bollato come «miracolato» Luigi Marattin del Terzo Polo. La seduta ha chiuso i battenti alle 6 di mattina, per poi riaprirli nel pomeriggio.

Ma nel frattempo si infiamma la disputa tra maggioranza e opposizione su una norma per uno scudo penale sui reati tributari. L’aveva ipotizzata nei giorni scorsi il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) suscitando l’immediata reazione del Pd, che ha parlato di una «schifezza», seguito a ruota dal M5S. Per stemperare i veleni sono dovuti intervenire il premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Alla fine l’emendamento non viene neanche presentato, con le opposizioni che rivendicano di aver fermato la moratoria dei reati fiscali.

Lavori a rilento

La manovra così resta in ritardo e crescono gli attacchi dal fronte dell’opposizione, con Calenda che giudica «inguardabile» la legge di bilancio e sottolinea: «Il nostro giudizio è davvero negativo. Così questo governo va a sbattere per direttissima». Un giudizio su cui concorda anche il segretario dem, Enrico Letta: «Mai vista una situazione simile. Il 20 dicembre sera e tutto per aria. Si fermino. Altrimenti porteranno l’Italia all’esercizio provvisorio». Si fa sentire anche il capo politico dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte: «Siamo al 20 dicembre e questo governo rischia di portare il Paese in esercizio provvisorio».

La lentezza dei lavori spinge il titolare del Mef a mandare un messaggio chiaro: il governo è pronto a mettere la fiducia sul testo uscito dal Consiglio dei ministri. Qualcosa si sblocca in serata, coi relatori della manovra che depositano in commissione Bilancio il loro pacchetto di emendamenti: una trentina di misure in tutto. Tra le proposte c’è quella di mettere un tetto a 240 mila euro allo stipendio dei manager delle banche salvate coi fondi pubblici. C’è anche il tasso del 2% per le rate legate ai ravvedimenti col fisco.

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