«L’Ucraina non si arrenderà mai»: il discorso di Zelensky al Congresso e quella pace che sembra sempre più lontana

Discorso forte di Zelensky in America davanti ai membri del Congresso. Parole che non sembrano lasciare spiragli per un accordo con Mosca.

Nella notte di mercoledì (secondo il fuso orario italiano), il capo di stato ucraino, Volodymyr Zelensky, ha tenuto un discorso a Washington davanti al Congresso degli Stati Uniti, in quella che era la sua prima visita ufficiale fuori dai confini del Paese dallo scoppio della guerra con la Russia, lo scorso 24 febbraio.

Quello del presidente ucraino davanti al Congresso Usa è stato un discorso emozionante e avvincente. Come ci si aspettava da un leader politico in trincea da 300 giorni. Un discorso però che non lascia intravedere grandi spiragli per un possibile negoziato con Mosca.

Zelensky si è rivolto alla parte più ostile dei repubblicani – che da gennaio avranno il controllo della Camera – agli aiuti all’Ucraina. «Il vostro denaro non è beneficenza», ha detto Zelensky. «È un investimento nella sicurezza globale e nella democrazia, che gestiamo nel modo più responsabile». Ma i membri del Congresso più scettici non lo hanno applaudito. Si parla di un nuovo pacchetto di 45 miliardi di aiuti a Kiev, che porterebbe a 100 miliardi il totale.

Zelensky ha insistito sui valori comuni a Usa e Ucraina, nel segno dell’amore per la libertà: «La libertà del popolo che difende i propri valori». Il presidente ucraino – interrotto da continue standing ovation – ha ribadito che «l’Ucraina non si arrenderà mai» e arriverà a ottenere «una vittoria assoluta».

Infine, dopo aver ricordato il sangue ucraino sparso in guerra, Zelensky ha concluso con gli auguri di buon Natale e buon anno. Quest’anno, ha detto, «molti ucraini celebreranno il Natale a lume di candela, ma non ci sarà nulla di romantico. Anche se non c’è elettricità, la luce della nostra fiducia in noi stessi non si spegnerà». Il presidente ucraino ha concluso il suo discorso augurando un «Buon anno vittorioso».

Perché la pace è più lontana dopo il discorso americano di Zelensky

Un discorso alla Churchill, toccante e pieno di pathos, che però non alimenta grandi speranze per una trattativa col Cremlino. Zelensky infatti ha fatto solo un vago accenno a una serie di proposte già fatte da Kiev, senza entrare nel dettaglio. Ha soltanto parlato di un elenco di 10 punti per «la nostra sicurezza comune» discusso con Biden, che appoggerebbe le proposte ucraine.

Poi ci sono le parole pronunciate nella conferenza stampa dopo l’incontro con Biden alla Casa Bianca: «Non so cosa sia la pace giusta. Per me, come presidente, significa: nessun compromesso sulla libertà, la sovranità e l’integrità territoriale del mio Paese». Infine ci sono i Patriot, la batteria di missili anti-missili che adesso gli americani forniranno all’Ucraina. In precedenza non avevano mai voluto dare i Patiot a Kiev. Il timore era che fossero usati non solo per difendersi dagli attacchi di Mosca, ma anche a scopi offensivi.

Uno scenario che dunque non lascia ben sperare chi auspica una trattativa che metta fine alla guerra.

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