P38-La Gang: il gruppo trap che rischia il carcere per istigazione alla violenza

P38-La Gang è un gruppo trap italiano attualmente indagato per istigazione a delinquere. I componenti della band, che nei suoi testi fa apertamente riferimento alle Brigate Rosse, si sono raccontati in un’intervista.

Papa Dimitri (34 anni), Yung Stalin (29 anni), Astore (27 anni) e Jimmy Pentothal (23 anni) sono i membri di P38-La Gang. Il nome del gruppo prende ispirazione dalla pistola diventata un’icona degli anni di Piombo, mentre nei testi inneggia sia alle Brigate Rosse che al “riscatto politico”.

P38 (web source) 26.12.2022 meteoweek.com
P38-La Gang, il gruppo trap accusato di istigazione alla violenza (web source)

Nelle loro canzoni la frustrazione ed il disincanto nei confronti del mondo della politica si fondono a rabbia ed aggressività dando vita ad uno scenario alquanto cruento. I P38 non risparmiano nessuna delle figure citate nei loro singoli – da Draghi a Salvini, da Mattarella a Montanelli fino ad artisti come Fedez ed Izi.

Le accuse al gruppo

La band si è formata nel 2020 e, da allora, si è sempre contraddistinta per i suoi testi espliciti esibendosi in centri sociali e circoli Arci, tra cui quello di Reggio Emilia. Passamontagna bianchi con sopra disegnata una stella rossa a cinque punte e la scritta “Brigate Rosse” coprono i loro volti durante le performance.

Un anno fa è uscito l’album “Nuove Br” contenente tracce come “Renault”, un riferimento al rapimento e uccisione di Aldo Moro (raffigurati anche nella copertina). Ma ci sono anche canzoni come “Ghiaccio Siberia”, “Gulag II” e “Giovane Stalin”.

Frasi come “Vengo, spendo, sparo agli sbirri dal bando” o “Fuoco alle carceri (liberi tutti), per te padrone c’è un treno, che ti porta dentro un gulag oppure al cimitero” oppure ancora “Fan***o i meme, voglio la guerra” non sono piaciute ai magistrati, che li hanno accusati di inneggiamento alla violenza e alla lotta armata.

I pm, dopo aver ascoltato alcuni dei loro testi, hanno deciso di aprire un’inchiesta sui P38. Così lo scorso 25 novembre polizia e carabinieri hanno dato inizio alle perquisizioni e al sequestro di materiale informatico che verrà utilizzato per le indagini.

Il messaggio dei P38

Il gruppo ha anche attirato l’astio dell’ex carabiniere Bruno D’Alfonso, figlio di Giovanni, una una vittima innocente delle Brigate Rosse che ha perso la vita durante la sparatoria del 1975 ad Acqui Terme. D’Alfonso, da anni in pensione, negli scorsi mesi ha presentato una denuncia contro ai quattro ragazzi.

@vdnews.tv I P38 sono indagati per istigazione a delinquere e apologia di reato con l’aggravante di terrorismo. Il 27 dicembre online l’intervista esclusiva #p38 ♬ suono originale – VDnews


Al momento gli artisti (che già hanno annunciato lo scioglimento della band) rischiano di passare fino ad otto anni in carcere. Intervistati da VD News, hanno spiegato di essere solamente un gruppo trap: il loro obiettivo non è assolutamente la lotta armata o la costruzione “di una nuova teoria rivoluzionaria” come spiegato dagli stessi membri.

Il riferimento alle Brigate Rosse è legato alla volontà di riproporne la “portata simbolica”. I P38 hanno spiegato che, attraverso le loro canzoni, puntato a dare voce al disagio e alla rabbia, uniti al riscatto politico. “Noi vogliamo spingere un immaginario” hanno spiegato nell’intervista.

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