Clima, Coldiretti: senza neve soffrono anche campagne e turismo

La carenza di acqua e di neve, unita alle temperature anomale di questo periodo, ha pesanti effetti su ambiente, agricoltura e turismo.

A lanciare l’allarme è Coldiretti. L’anno appena trascorso ha visto la Penisola colpita da una pesante siccità, con drammatiche ricadute anche economiche.

Nel 2022 sono caduti circa 50 miliardi di metri cubi di acqua in meno in Italia a causa della grave siccità che ha colpito il nostro Paese. Una carenza di acqua che ha impattato in maniera drammatica non solo sull’ambiente, ma anche sull’agricoltura e sul turismo della neve.

A sottolinearlo è Coldiretti, in considerazione delle previsioni meteo che danno un tempo stabile fino all’Epifania in un’Italia che deve fare i conti con temperature insolitamente alte in questo periodo. In più la Penisola è alle prese anche con una preoccupante mancanza di neve sull’Appennino e le relative difficoltà per il turismo e le campagne.

L’economia locale in centro Italia ha subito in forte danno per le piste da sci rimaste deserte. Ma la caduta della neve nella stagione invernale non è vitale soltanto per l’economia, ma anche per l’agricoltura. La neve infatti risulta determinante per recuperare le risorse idriche in montagna e favorire la produzione agricola (un vecchio proverbio contadino recita infatti “sotto la neve il pane”.

La peggiore siccità degli ultimi 30 anni

L’anno appesa passato, il 2022, fin da ora si classifica come uno dei più caldi degli ultimi trent’anni, con la peggiore siccità del trentennio. Quest’anno è caduto il 30% di acqua in meno rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, stando alle elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi undici mesi del 2022.

Pioggia e neve sono fondamentali per dissetare i campi resi aridi e secchi dalla siccità e per ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nelle montagne dove i ghiacciai diminuiscono in superficie e spessore. I grandi laghi – sottolinea Coldiretti – fanno registrare basse percentuali di riempimento. Si va dal 18% del lago di Como al 26% del lago Maggiore fino al 34% del lago di Garda. Intanto il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a meno 3 metri. E c’è anche da registrare lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.

Un caldo insolito

A destare preoccupazione è il caldo anomalo: una finta primavera “inganna” le coltivazioni predisponendole alla ripresa vegetativa con gemme e fioriture anomale, dalle mimose ai limoni. Col rischio concreto – evidenzia Coldiretti – che nelle prossime settimane le improvvise gelate notturne brucino fiori e gemme di piante e alberi. Con gravi ricadute sui prossimi raccolti.

Si tratta di una situazione, che segue a un 2022 classificatosi come l’anno più caldo mai registrato prima con una temperatura di oltre un grado superiore a quella della media storica. Un anno che ha assistito a un terzo di precipitazioni in meno, afferma Coldiretti sulla base di dati Isac Cnr. Che mostrano come n Italia nei primi undici mesi del 2022 la temperatura sia stata superiore di 1,06 gradi la media.

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