Perù nel caos: proteste contro il governo finiscono nel sangue

Al fallito tentativo di Golpe dello scorso anno da parte dell’ex-presidente Castillo, sono seguite una serie di manifestazioni violente con una forte repressione da parte delle forze dell’ordine. Si contano finora 47 morti, l’attuale presidente Dina Boluarte è indagata per genocidio. 

E’ caos in Perù in seguito alle proteste da parte dei manifestanti che sono scesi in piazza in questi giorni per protestare contro il governo guidato dalla presidente Dina Boluarte, la quale ha chiesto al Parlamento nazionale il rinnovo della fiducia per il suo esecutivo, ottenuto con 73 i voti a favore, con 43 contrari e 6 astenuti.

Boluarte, insieme al premier, al ministro della Difesa e quello degli Interni, è sotto accusa da parte della procura di Lima per genocidio e omicidio, in seguito alla repressione violenta delle manifestazioni che ha portato a oltre 45 morti tra i civili e diverse centinaia di feriti. Dalle carte della procura si legge: che “L’istruttoria riguarda i presunti reati di genocidio, omicidio colposo e lesioni gravi, commessi non solo quest’anno ma anche nelle manifestazioni avvenute a partire dal 7 dicembre 2022 nelle regioni di Apurímac, La Libertad, Puno, Junín, Arequipa e Ayacucho, con un bilancio complessivo fino a ieri di 45 morti, fra cui anche un agente di polizia, e centinaia di feriti”.

L’EX-PRESIDENTE CASTILLO

Ad alimentare le proteste c’è l’ex presidente del Perù Pedro Castillo che si è dichiarato dalla parte dei manifestanti. “Le persone morte nel tentativo di difendere il Paese dalla dittatura golpista saranno ricordate per sempre nella storia del Perù” ha scritto in un tweet. Le proteste partono proprio dal tentativo fallito di colpo di stato da parte di Castillo del 7 dicembre quando cercò di sciogliere il Parlamento e mantenere la carica, il politico fu arrestato e condannato rapidamente a 18 mesi di carcere, ora si trova in carcere. Al suo posto venne nominata proprio Boluarte, fino ad allora sua vice-presidente.

BRUCIATO NELLA SUA AUTO

Si segnala che negli scontri avvenuti ieri a Puno, cittadina che si trova sulla sponda occidentale del lago Titicaca, è stato ucciso Jose Luis Soncco, un poliziotto che è stato bruciato viva nell’auto di pattuglia, una vera e propria imboscata che ha come sfondo una qualche forma di vendetta nei confronti delle forze dell’ordine. Pare che l’uomo prima di essere ucciso sia anche stato torturato, il suo collega che si trovava di pattuglia con lui è stato portato in un ospedale di Lima con ferite multiple alla testa dopo essere stato picchiato. Nella città è stato dichiarato un coprifuoco di tre giorni dalle 20 alle 4 del mattino e un giorno di lutto.

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