Perché la marea di Venezia è stata così imprevedibile

La marea di ieri a Venezia: imprevedibile anche per i ricercatori. Le previsioni non possono essere esatte di fronte a fenomeni anomali

La marea di ieri a Venezia ha stupito anche il Crn-Ismar, l’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche. Il centro monitora l’andamento della marea nella laguna veneziana. Spiega stupito Georg Umgiesser, ricercatore del Crn-Ismar in un’intervista: “Nessuno se lo aspettava. Quando il comune ieri a mezzogiorno ha deciso di fissare la previsione di marea alla misura di 145 cm eravamo tutti convinti che fosse una misura cautelativa e che non avrebbe neanche raggiunto quella quota, dopo invece ha raggiunto i 187 centimetri, perciò è stata una cosa non prevedibile assolutamente” continua Umgiesser.

Previsioni imprevedibili

La persistenza di un flusso molto forte di venti da Nord, di Bora, ci aveva indotto a pensare che questo costituisse un fattore di attenuazione della marea, un vero e proprio blocco che si scontrava con i venti di scirocco. Ma questo ha creato una situazione molto complicata nel Nord Adriatico. Situazione che ha prodotto questo evento eccezionale e imprevedibile, anche da parte dello stesso Centro Maree che pure fa previsioni da 40 anni”, ha ribadito il ricercatore.

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La giornata di ieri, complessa meteorologicamente, ha visto un minimo di pressione a Sud della Sicilia risalire verso il Tirreno, che ha scatenato ripercussioni poco prevedibili da Gela a Venezia. Qui l’affidabilità delle previsioni deve fare i con eventi quasi anomali e difficili da individuare con esattezza.

Instabilità meteorologica

Le previsioni – ha continuato Umgiesser – hanno tutte un’incertezza e più è instabile la situazione della meteorologia più grande diventa l’incertezza. Se noi abbiamo una situazione relativamente stabile del meteo siamo in grado anche di prevedere una marea con una forchetta di 5 centimetri di errore, quindi in modo abbastanza preciso. Quando invece – ha proseguito – siamo davanti a una instabilità meteorologica l’incertezza si amplifica. Per esempio le raffiche di scirocco a 100 chilometri orari non le ha previste nessuno, neanche se si guardava ai modelli migliori, come quelli del centro europeo per le previsioni (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, ECMWF). Lo stesso è successo un anno fa in occasione della tempesta Vaia con raffiche di 230 chilometri orari che ugualmente è stata una cosa assolutamente non prevedibile. Purtroppo – ha detto ancora – dobbiamo aspettarci sempre di più queste situazioni perchè questi eventi estremi diventeranno sempre più frequenti e diventeranno anche sempre più imprevedibili“.

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