Pedone sulle strisce è in torto, se viene investito mentre parla al cellulare

Ormai la frase ‘il pedone ha sempre ragione‘, possiamo riporla in un cassetto e dimenticarcela per sempre. A distruggere questa certezza del codice della strada, è stato il Tribunale di Trieste, che ha dato colpa ad una donna che è stata investita mentre stava attraversato la strada, ma intenta a parlare al telefono.

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Questa sentenza farà discutere. Ed è il primo caso di una donna investita per aver attraversato la strada senza guardare perché intenta a parlare al cellulare. Per il giudice, è bastato per darle torto. La donna stando al telefono, le è bastato per farle assumere l’80% della responsabilità dell’impatto. La sentenza (Tribunale di Trieste, sentenza 380 del 7 giugno 2019), creerà un precedente importante, sulla vita dei pedoni. Il restante 20% della colpa è del conducente dell’auto ha investito la donna. La sentenza a proposito delle divisioni di responsabilità precisa: «Risulta incontrovertibile la connotazione colposa della condotta del pedone, che avrebbe agito in disprezzo delle regolare sulla circolazione stradale e di normale prudenza».

«fattore causale esclusivo dell’evento dannoso»

In casi come questi, qualora il guidatore riesca dimostrare che l’impatto non poteva essere in alcun modo evitato, la responsabilità dell’incidente può essere condivisa tra conducente e pedone. Il tribunale di Trieste ha dunque ritenuto il comportamento della donna, sulla scia di una sentenza della Cassazione del 2017 che stabiliva che «in caso di investimento di pedone, la responsabilità del conducente è esclusa se non c’è alcuna possibilità di prevenire l’evento».

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«se si è vestito di nero ed attraversi di notte, potresti essere colpevole»

Nelle vicinanze di un’area di servizio in provincia di Ferrara è capitato invece che due uomini abbiano attraversato la strada di notte, sotto la pioggia, con abiti scuri e in evidente stato di ubriachezza. In questo caso la responsabilità esclusiva del sinistro è stata addebitata ai pedoni imprudenti, colpevoli di aver sottostimato il rischio dell’attraversamento (Corte d’appello di Milano, sentenza 2547 dell’11 giugno 2019).

I giudici per misurare la colpa del pedone, ci sono la sua distanza dalle strisce, la velocità di marcia e in generale la visibilità da parte del conducente.

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