Corriere: il Vaticano investe sugli occhiali di Lapo Elkann

Inchiesta Corriere della Sera: il Vaticano sarebbe socio in affari con Lapo Elkann. Si indaga su altri investimenti “alternativi”.

Lapo Elkann

Che il Vaticano sia anche un’industria capace di fatturare e investire milioni di euro è risaputo. Ma quando le finanze vanno a finire in affari non proprio ortodossi, allora ci si chiede quale sia il valore degli investimenti fatti e soprattutto a chi giovano. Sarebbe scontato dire che un apparato religioso debba destinare ogni risorsa al bene comune, ma se andiamo a stringere bene la lente di ingrandimento, scopriamo che non è proprio così. Dove vanno a finire l’8 per mille e gli oboli offerti alla Chiesa?

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IL vATICANO INVESTE

Il Corriere della Sera ha indagato per capire dove vadano a finire le finanze del Vaticano, non mancano le sorprese

E allora si scopre che attraverso un fondo aperto a La Valletta, la Segreteria di Stato a febbraio è diventata socia di Lapo Elkann nella sua azienda di occhiali e «prodotti lifestyle» Italia Independent.  E poi un affare da 10 milioni concluso il 30 settembre con Enrico Preziosi, industriale dei giochi e patron del Genoa. E oltre 4 milioni sono serviti a finanziare la produzione di film come l’ultimo «Men in Black» e la biografia di Elton John, «Rocketman». Sono solo alcuni dei tanti piccoli investimenti nei quali si disperdono le offerte che ogni anno arrivano dai fedeli all’Obolo di San Pietro. I segreti del fondo non finiscono qui. E  sono in corso verifiche anche dalla magistratura del Papa.

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gli investimenti del Vaticano
Enrico Preziosi

Corriere della Sera: i dettagli degli investimenti che scottano

Al numero 259 di St Paul Street a La Valletta – scrive il giornale – a pochi metri dalla Pizzeria Vecchia Taranto, c’è la sede del Centurion Global Fund. I capitali ad esso affidati, secondo varie e attendibili fonti, sono almeno per due terzi della Segreteria di Stato, ovvero il dicastero più importante e più vicino a Papa Francesco. Al vertice del fondo c’è un italiano residente in Svizzera, Enrico Crasso, 71 anni. Ex banchiere del Credit Suisse, titolare a Lugano di Sogenel Holding che è punto di riferimento di molte operazioni finanziarie, per anni ha gestito la cassaforte del Vaticano. Per questo ha ricevuto numerose lettere formali di ringraziamento dalla Segreteria di Stato e l’onorificenza della medaglia d’oro del Pontificato. E milioni di euro di commissioni. Da qualche mese, dentro le Mura vaticane, la sua stella si è appannata. Ma a Malta è sempre lui a decidere dove investire i soldi del Papa.

Con il fondo Centurion, Crasso ha fatto i miracoli, è proprio il caso di dirlo: ha raccolto circa 70 milioni di euro pilotandoli verso immobili, bond, azioni e altri fondi. Non sempre liquidi, non sempre sicuri e talvolta anche speculativi. Spicca tra tutti l’ingresso nella società di Lapo Elkann, Italia Independent. Il fondo maltese con capitali vaticani ha sottoscritto nuove azioni a 2,35 euro, diventando con 6 milioni di euro secondo socio al 25%. Crasso è entrato nel consiglio. Centurion ha appena deciso di versarne ancora. In Borsa però il titolo vale 1,7 euro. Per ora, dunque, un affare in perdita.

A settembre, pochi giorni prima che esplodesse lo scandalo dell’acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra — operazione orchestrata dal finanziere Raffaele Mincione e nella quale Crasso ha avuto un ruolo centrale — in Segreteria si definisce il dossier Preziosi. Centurion acquisisce per 10 milioni i 14% di New Deal, società in cui Enrico Preziosi ha appena conferito l’11,7% di Giochi Preziosi. È come se Centurion avesse comprato l’1,67% del gruppo dei giocattoli. Bonifico dalla svizzera Banca Zarattini, contratto del 30 settembre. Con una clausola: «Il venditore (Preziosi appunto) si adopererà per collocare in Borsa Giochi Preziosi entro il 31-12-2020 in modo da consentire alla società di beneficiare del ricavato del collocamento». Un prestito rischioso e oneroso, visto che la certezza di finire in Borsa non c’è.

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Crasso però lavora a 360 gradi e punta anche sull’acqua. Centurion ha investito 4,7 milioni di euro nel veicolo Cristallina Holding che ha rilevato l’Acqua Pejo e Goccia di Carnia, insieme con altri soci italiani come la holding della famiglia Borromeo. Ma non manca la new economy. A ottobre 2018 Centurion ha rilevato il 10% di Abbassalebollette, una startup che offre soluzioni via internet per risparmiare sulle bollette di luce e gas: 60 mila euro di giro d’affari nel 2018 e 39 mila di perdita. Prezzo per la quota? Circa 1,27 milioni. Se andasse male, in Vaticano potranno chiederne conto al presidente di Snam, L. D. F., che è ben introdotto nella Segreteria del Papa. Abbassalebollette è della sua famiglia.

Corriere della Sera: gli investimenti “alternativi” del Vaticano

Poi c’è il mattone. Con 16 milioni Centurion ha rilevato la sede italiana del colosso svizzero-svedese ABB. Ad oggi è l’investimento più grande del fondo. Altri 4,5 milioni sono andati nel bond di una piccola società romana, la Bdm Costruzioni e Appalti della famiglia Marronaro, che li avrebbe utilizzati per rilevare la Immobiliare Grotta 1973 delle famiglie Ceribelli-Barluzzi.

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Perché queste scelte? E che rapporti ci sono tra la Segreteria e i veicoli di Crasso, Centurion e Sogenel? «Ci sono indagini in corso e, allo stato attuale, gli elementi utili a definire la posizione della Santa Sede rispetto ai fondi menzionati e ad eventuali altri sono in via di accertamento ad opera della magistratura vaticana, in collaborazione con le competenti autorità», è la dichiarazione rilasciata via mail dalla Sala Stampa Vaticana. Contattato dal Corriere stesso, Crasso non ha voluto commentare.

Ma la domanda che ci facciamo è spontanea: ai poveri, ai bisognosi, cosa resta di tutti questi soldi?

 

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