Nucleo familiare riceve tre redditi di cittadinanza con l’inganno, scoperti

Per ottenere il Reddito, hanno dichiarato tre indirizzi diversi ma vivevano nella stessa casa.

Padre, madre e due figli: quattro persone, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare, erano riuscite ad ottenere illegalmente il reddito di cittadinanza, incassando dall’Inps circa 1.500 euro al mese dallo scorso mese di maggio. I quattro “furbetti” sono stati scoperti dai carabinieri di Scigliano, in provincia di Cosenza, e denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Cosenza.

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Le indagini sono partite nel mese di agosto: nel corso di alcuni controlli, i militari avevano notato come tutti i componenti della famiglia rientrassero tra i fruitori del beneficio “anti povertà”.

Insospettiti, i carabinieri hanno approfondito le indagini, acquisendo dall’Inps e dal comune di Scigliano la documentazione relativa alla loro situazione. E l’esito è stato sorprendente: la famiglia composta da padre 56enne, madre 53enne e dai loro due figli, tutti conviventi nella stessa abitazione nel centro storico del paese, figurava formalmente distinta in ben tre differenti nuclei familiari, uno composto dalla coppia di genitori e gli altri due singolarmente da ciascuno dei figli.

 

la carta del reddito di cittadinanza

Un’intera famiglia truffa lo Stato con il reddito di cittadinanza, vediamo come

Ed ecco scoperto lo stratagemma, il trucco dell’indirizzo: nelle pratiche di richiesta del reddito di cittadinanza avevano autocertificato di risiedere nello stesso indirizzo, a Scigliano, ma riportato e scritto in tre diversi modi, con altrettanti interni, per cercare di eludere il controllo delle banche dati dell’Inps.

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In questo modo, il vicolo di residenza della famiglia, correttamente riportato nell’Isee dei genitori, è stato trasformato prima in via, quindi in via Vico I. Nella realtà, via o via Vico I sono inesistenti nel ruolo tributi del Comune: nessun appartamento oltre a quello dei genitori, e in più non risulta nessuna utenza allacciata. Ai carabinieri è bastato osservare i movimenti dei componenti della famiglia ed effettuare un sopralluogo a sorpresa nell’abitazione per confermare i loro sospetti e documentare le false informazioni anagrafiche fornite, “volte a simulare la più conveniente composizione del nucleo familiare, nell’ottica di massimizzare indebitamente un vantaggio economico altrimenti non spettante” – hanno scritto i Carabinieri.

Le tessere emesse dall’ufficio postale di Scigliano nei confronti dei tre nuclei familiari fittizi sono state sequestrate. Il provvedimento è stato convalidato dal gip di Cosenza. Ora i quattro dovranno rispondere in concorso dei reati di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e comunicazione non veritiera dello stato di famiglia”. Non solo: dovranno restituire all’Inps i quasi novemila euro frodati.

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