Fondi Lega, Castelli: “Quella dei 49 milioni è una fake, soldi mai esistiti”

L’ex ministro della Giustizia del Carroccio: “Secondo me è un gran polverone, costruito su una gigantesca fake che è quella del tesoretto da 49 milioni. Anche un bambino capirebbe che quei fondi non esistono”

“Sono spariti perché spesi legittimamente. Quella dei 49 milioni è una fake perché quei soldi in realtà, non sono mai esistiti, può capirlo anche un bambino. C’è un partito che percepisce un euro a voto e nel 2007-2010 accumula quella cifra di rimborsi elettorali”. L’ex ministro Castelli commenta così gli sviluppi sull’indagine della procura di Genova, che indaga su Stefano Bruno Galli e sui fondi Lega con l’accusa di riciclaggio.

“Su di lui – prosegue l’esponente verde – metterei senza dubbio la mano sul fuoco. Francamente non me lo vedo a trafficare con fondi lussemburghesi, è un pacifico professore universitario. Questa storia può essere vista come un clamoroso polverone mediatico, o qualcosa di simile”.

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“I soldi furono spesi per finanziare legittimamente la campagna elettorale di Maroni nel 2013. Ci fu un importante impiego di risorse”

“La Lega aveva una sede di centinaia di metri quadri, con 70 persone dipendenti, sedi regionali a cui conferiva denaro, un giornale e una radio: ecco, i 49 milioni sono stati spesi per far funzionare il partito e per la campagna del 2013 di Maroni, che spese una cifra consistente in quella occasione”. Castelli chiude così il caso, allontanando i fantasmi. “Sono spariti perché spesi legittimamente”. E aggiunge: “La Procura di Genova contestava irregolarità su circa 800 mila euro mal rendicontati. Da quello desumeva che i bilanci non erano a posto, chiedendo per questo la restituzione di tutto. Ma non ci credono neanche loro, tanto che consentono di restituire quei soldi in 80 anni, se fossero stati convinti non sarebbe stato certo così”.

Secondo l’ex ministro, dunque, sui 450 mila euro messi sotto la lente di ingrandimento ieri, non ci sarebbe coinvolgimento della Lega. Una lista indipendente – spiega il Carroccio – che sosteneva Maroni. “Nulla più di questo – conclude – è un polverone allucinante”.

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