‘Retribuzioni non dignitose’. I Giudici di pace sono sul piede di guerra dopo l’ultimo insoddisfacente incontro con il ministro della Giustizia Bonafede. Sciopero a gennaio.
I Giudici di pace si rivoltano dopo l’ultimo incontro con il Guardasigilli Bonafede del 4 dicembre scorso.
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Sul tavolo della discordia le richieste che da anni i giudici di pace presentano ai vari governi che si avvicendano: in particolare il riconoscimento dello status di lavoratori con tutte le garanzie a questi dovuti e una retribuzione degna e dignitosa. I Giudici si fermeranno per tre settimane a partire dal 6 gennaio prossimo.
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La nuova astensione dalle udienze dalle udienze, dopo quella dal 25 al 29 novembre, è stata indetta dalle associazioni ANGDP (Associazione nazionale giudici di pace) e UNAGIPA (Unione nazionale giudici di pace). Sarà un blocco solo parziale nel periodo compreso fra il 6 gennaio al 1° febbraio 2020. Durante l’astensione, saranno garantiti i servizi essenziali secondo le modalità e nei limiti previsti dai codici di autoregolamentazione.
In una lunga lettera al ministro, i giudici di pace sottolineano la loro delusione e “l’amarezza dettata dalla constatazione del tempo perduto nella speranza di ricevere giustizia da chi ci chiede di garantire giustizia. La delusione è alimentata in maniera esponenziale dalla consapevolezza che anche questo ministro utilizza lo spettro delle esigenze contabili per dissimulare la volontà di non cambiare nulla”.