Il presidente della Repubblica ha partecipato alle commemorazioni per il cinquantesimo anniversario. “Resta uno strappo lacerante recato alla pacifica vita di una comunità e di una Nazione. Entrambe orgogliose di essersi lasciate alle spalle le mostruosità della guerra”
50 anni dopo Piazza Fontana. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato a Palazzo Marino le vedove dell’anarchico Giuseppe Pinelli, Licia, e del commissario Luigi Calabresi, Gemma. A loro si è così rivolto. “Fu un cinico disegno, nutrito di collegamenti internazionali e reti eversive, mirante a destabilizzare la giovane democrazia italiana. Il tutto a vent’anni dall’entrata in vigore della sua Costituzione. Disegno che venne sconfitto”.
“Disinvolte manipolazioni strumentali del passato – ha proseguito il capo dello Stato – persistenti riscritture di avvenimenti, tentazioni revisioniste. Queste alimentano interpretazioni oscure entro le quali si pretende di attingere versioni a uso settario. Compare tentativo di convalidare, a posteriori, scelte di schieramento, opinioni di ieri”.
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“Identità della Repubblica segnata dai morti e dai feriti”
La strage di Piazza Fontana – secondo Mattarella – fu “uno strappo lacerante recato alla pacifica vita di una comunità e di una Nazione, orgogliose di essersi lasciate alle spalle le mostruosità della guerra. Senza scordare gli orrori del regime fascista, prolungatisi fino alla repubblica di Salò, le difficoltà della ricostruzione morale e materiale del Paese”.
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Il presidente della Repubblica è stato accolto a Palazzo Marino dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e dal governatore lombardo Attilio Fontana. Alcuni cittadini presenti nei pressi della struttura, hanno applaudito e salutato al momento del suo arrivo. Dimostrazione alla quale ha risposto con un cenno.