Panico scongiurato: agli sportelli della Banca Popolare di Bari affluenza normale

I correntisti hanno dato fiducia al decreto messo a punto dal Governo Conte. Stanziati 900 milioni per salvare la Popolare di Bari.

Il decreto messo a punto dal Governo Conte sembra aver rassicurato i correntisti. Infatti, l’affluenza agli sportelli della Banca Popolare di Bari, una delle più grandi del Sud Italia, è normale. O meglio, l’affluenza è sostenuta ma non superiore a quanto avviene nei normali lunedì in cui si accavallano scadenze fiscali.

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Il decreto approvato dal governo per il salvataggio della banca sembra così avere arginato la prevista reazione di panico tra i correntisti che avrebbe potuto indurre alla riapertura ad una corsa agli sportelli per prelevare o addirittura chiudere conti correnti.

Fra i clienti, tuttavia, resta l’apprensione per il futuro dei propri risparmi, ma sembra prevalere la sensazione di sollievo dopo l’intervento deciso ieri sera dal Consiglio dei ministri. Domenica sera il Governo ha difatti approvato un decreto per porre rimedio al tracollo della banca. In particolare, sono previsti 900 milioni di euro a Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa del ministero dell’Economia, per finanziare Mediocredito Centrale (una banca controllata dal ministero dell’Economia) che poi li verserà alla Banca Popolare di Bari per comprarne delle quote.

Venerdì scorso, la Banca d’Italia aveva commissariato il consiglio d’amministrazione della Popolare di Bari per via della cattiva gestione finanziaria e dei troppi mutui o prestiti che hanno una considerevole difficoltà di riscossione. Da tempo la Banca era considerata in difficoltà. Il mondo della finanza e della politica ora si interroga sulle cause e sulle conseguenze. Per l’economista Carlo Cottarelli, ad esempio, la nazionalizzazione della Banca porterà solo svantaggi allo Stato.

Le difficoltà della Banca sono ingenti, tanto che nel 2018 le sue perdite sono state pari a 420 milioni di euro con una forte riduzione del valore delle proprie azioni. Da una indagine si è scoperto che fra i primi problemi del crollo, ci sia l’acquisizione nel 2014 di Banca Tercas, una banca abruzzese in difficoltà, dopo che lo Stato aveva già provato a salvarla con una ricapitalizzazione.

Per ora, la Procura di Bari sta svolgendo ulteriori accertamenti.

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