Approvata la manovra: 312 favorevoli, 153 contrari e due astenuti

La manovra passa alla camera con 312 favorevoli, 153 contrari e due astenuti. Momento di imbarazzo durante l’intervento dell’On. Donna (M5S), dai banchi dell’opposizione si alzano contestazioni e striscioni.

Alla camera oggi è uno di quei giorni in cui i politici sono chiamati alle responsabilità. Approvata la manovra. Presa di coscienza che dovrebbe essere tutti i giorni caratteristica della politica, ma il finale del 2019 è stato impietoso per chi vuole dagli scranni di Palazzo Chigi qualcosa di più.

Nelle ultime settimane abbiamo avuto il (dis)piacere di imbatterci in proposte di matrimonio, quasi risse senatoriali e vere e proprie azzuffate tra onorevoli. Vedi l’edificante dibattito sul Mes.

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Il contenuto

Dalla lunga estate caldissima ad oggi, il paradosso è che il Conte bis ha portato a casa quasi tutti gli obiettivi che si era preposto. Bloccando l’aumento dell’IVA, tra i risultati maggiormente rivendicati da Italia Viva, fino alla cancellazione di micro-balzelli compensativi. Fermata la sugar tax, bloccata la tassa sulle auto aziendali e fermati gli aumenti sulla plastica.

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La bagarre

Federico Mollicone, Onorevole FdI

Poi quello che non vorremmo mai vedere. Nelle immagini che inesorabili arrivano dalla Camera, nessuno ha il coraggio di immortalare lo striscione pubblicato dagli onorevoli di Fratelli d’Italia al momento dell’intervento di Donno del M5S. “M5s parlava di rivoluzione, ora pensa solo a mangiare il panettone” recito lo striscione esposto dagli scranni del partito di Giorgia Meloni. Una vera e propria invettiva da stadio che culmina con l’espulsione comandata dal Presidente Fico nei confronti di Federico Mollicone, reo di essere saltato sui banchi per inveire contro il collega in maggioranza.

Singolare che a rendersi protagonista di un gesto così censurabile sia stato proprio l’onorevole Mollicone che quest’estate, mentre l’Italia viveva i giorni del mutamento, ebbe a preoccuparsi dell’outfit delle onorevoli e senatrici della Repubblica. Lo stesso Mollicone che oggi inveiva dai banchi della Camera affidati al partito Fratelli d’Italia, nel luglio di quest’anno richiamava le donne della politica italiana ad indossare abiti meno succinti per una questione di rispetto istituzionale.

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