Uso di droga e persone falciate sulla strada, cosa insegna la morte di Gaia e Camilla

E’ il momento della querelle legata al mondo dell’utilizzo di marijuana in Italia. Il tema della cannabis light è tornato di moda all’indomani di due eventi segnanti. Il primo è l’incidente di Corso Francia in cui hanno perso la vita due ragazzine di sedici anni, il secondo è il rigetto dell’emendamento proposta dalla maggioranza per riattivare il mercato dei rivenditori di cannabinoidi con thc inferiore a 0,5%.

Incidente a Corso Francia: perdono la vita le due amiche sedicenni Gaia e Camilla – meteoweek

Il dibattito sull’uso e sulla legalizzazione delle sostanze stupefacenti non può prescindere da un approfondita analisi sul tema, attraverso numeri e linee guida di una politica che certamente così non funziona. Ad oggi le “droghe leggere” rappresentano il primo punto di discussione, sia da una prospettiva sociale che economica.

La diffusione della cannabis risulta evidente dal posto che occupa nelle azioni di contrasto: il 58% delle operazioni antidroga, il 96% dei quantitativi sequestrati, l’80% delle segnalazioni per art. 75 DPR n. 309/1990 (Condotte integranti illeciti amministrativi) e il 48% delle denunce alle Autorità Giudiziarie sono relative ai cannabinoidi. Un mercato illecito che smobilita una spesa di circa 4,4 miliardi l’anno.

Nel mentre, gli avvicendamenti alla guida del Paese hanno portato tanta confusione nel mondo di quel che è legale. Dopo aver imposto la sospensione a tutte le attività che producevano e vendevano cannabis light, era tornato all’attacco il Movimento cinque stelle con il Senatore Matteo Mantero. L’obiettivo era preservare un business che al paese, nella sua versione pilota, stimava un indotto di oltre due miliardi di euro con uno sviluppo dell’occupazione giovanile che avrebbe contato dai 40 mila ai 60 mila posti di lavoro in più, favorendo moltissimo l’agricoltura Italiana.

Corso Francia

L’aspetto economico in questa vicenda conta molto, ma non tutto. Il problema della legalizzazione e dell’inserimento sul mercato di sostanze stupefacenti deve essere immaginato, e studiato, di pari passo con i metodi di prevenzione sociale. Infatti, sebbene lo 0,5% di thc sia una dose insufficiente a creare il famoso sballo nei ragazzi è vero anche che una birra non causa incidenti stradali mortali. E allora ecco che torniamo all’incidente drammatico di corso Francia, in cui due ragazze di 16 anni, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, sono morte dopo essere state investite da un ventenne alla guida. Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, sarebbe risultato positivo all’alcol test e non negativo (dicitura tecnica, ndr) all’utilizzo di alcune sostanze alteranti su cui saranno effettuati degli accertamenti per via di alcuni farmaci che il ragazzo assumeva regolarmente.

La magistratura seguirà il suo corso, e il giovane rischia la condanna per omicidio stradale e un periodo di reclusione dagli 8 ai 12 anni. Ma se la droga leggera è il nemico da combattere, l’alcol è e continua ad essere il killer dell’asfalto. In attesa di accertamenti, Pietro Genovese è risultato positivo all’alcool test con un tasso alcolemico di 1,4. Quasi il triplo del limite consentito per legge. Nel 2016 è stata introdotta infatti la legge sull’omicidio stradale che ha avviato una suincidenta battaglia contro chi provoca l’incidente sotto effetto di alcool e/o sostanze stupefacenti.
In particolare, lo stato di ebbrezza che registra valori alcolemici superiori a 1,5 grammi per litro è considerato grave: in questo caso è previsto l’arresto per flagranza di reato.

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Oltre la cannabis: i numeri

Una tra le più importanti sfide per le politiche nazionali in materia di sostanze stupefacenti consiste nell’individuare gli strumenti adatti a fornire una risposta rapida ed efficace allo sviluppo di un mercato dinamico come quello delle nuove sostanze psicoattive, che imitano gli effetti di sostanze illegali già note: le cosiddette NPS – Nuove Sostanze Psicoattive (che comprendono ad esempio cannabinoidi, catinoni e oppioidi sintetici). È evidente, infatti, che la velocità di comparsa di queste nuove molecole, la vendita tramite siti web e il fatto che le informazioni disponibili su effetti e danni derivati dall’uso siano limitate, continueranno a costituire gli elementi-chiave alla base di importanti sfide per la salute pubblica e per le politiche pubbliche di settore nei prossimi anni. A riportare queste informazioni è stato ad inizio mese la Relazione annuale al parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in italia anno 2019 (dati 2018) prodotta dal dipartimento per le politiche antidroga.

Cocaina

Subito dopo la cannabis, è la cocaina la reginetta della scena. Infatti rimane questa la sostanza più utilizzata dai poliutilizzatori. Questa sostanza rappresenta a oggi uno dei pericoli sociali di maggiore rilevanza. La cocaina è, infatti, la sostanza maggiormente accertata sui conducenti di veicoli controllati dalla Polizia Stradale nell’ambito della campagna di prevenzione dell’incidentalità stradale notturna droga-correlata condotta nel 2018. Risulta inoltre la sostanza principale per la quale oltre un terzo delle persone inserite nelle comunità terapeutiche del privato sociale ha iniziato un percorso terapeutico-riabilitativo, così come il 20% degli utenti trattati presso i Servizi pubblici per le Dipendenze. Si è registrato, inoltre, sia un aumento della percentuale di principio attivo contenuto nei campioni di cocaina sequestrati, che da una concentrazione media del 33% del 2016 è passata al 68% nell’ultimo biennio, sia un aumento del 10% delle denunce alle Autorità Giudiziarie per i reati di cosiddetto spaccio e di associazione finalizzata al traffico illecito (artt. 73 e 74 DPR 309/1990) di cocaina. La stessa tendenza in aumento si registra sia per le ospedalizzazioni sia per i decessi direttamente correlati al consumo della sostanza, che in termini assoluti risultano aumentati rispettivamente del 38% e del 21% rispetto all’anno precedente.

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L’emendamento rigettato in Senato

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L’anno della politica italiana si è chiuso con una querelle che da sociale, e di contrasto ai problemi del paese, è diventata presto una sfida social. Infatti la Presidente del Senato Casellati ha bloccato l’emendamento in cui veniva regolamentato l’uso della cannabis consentito “in forma essiccata, fresca, trinciata o pellettizzata ai fini industriali, commerciali ed energetici” sempre entro i limiti dello 0,5 di thc. Nelle motivazioni la Presidente Casellati ha spiegato come la sua decisione sia di gestione meramente tecnica, invitando la maggioranza, se interessata, a presentare un disegno di legge. Soddisfazione dai banchi del cdx, Meloni e Salvini che da sempre sono contrari alla legalizzazione del mercato hanno espresso grande soddisfazione per aver bloccato la riapertura dei servizi connessi alla cannabis light.

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