Renzi “Decennio fantastico, perso il referendum ma quante soddisfazioni”

Matteo Renzi fa un bilancio di questo decennio, e sebbene il referendum abbia segnato il momento più basso della sua carriera politica l’ex sindaco di Firenze pone un segno decisamente positivo con la nascita di Italia Viva.

Non poteva non commentare un decennio così emozionante Matteo Renzi, oggi leader di Italia Viva. L’elezione a sindaco di Firenze, poi la grande ascesa all’interno del Pd: l’elezione a Segretario del partito, i mille giorni alla guida del paese, il referendum che l’ha visto duramente sconfitto fino alla creazione del suo soggetto politico.

La Enews di Renzi per la fine dell’anno raccoglie gioie e dolori dell’ex premier, “Sono stati 10 anni incredibili per me e per noi. Ho fatto il sindaco della città più bella del mondo. Sono stato per tre anni il premier di un governo che ha riportato la crescita abbassando le tasse e aumentando i diritti. Si legge nella newsletter che settimanalmente arriva agli appassionati di Italia Viva – Ora ho la grande gioia di condividere con voi una scommessa esaltante. Certo: se il referendum del dicembre 2016 fosse passato oggi avremmo più stabilità, più crescita e governi senza inciuci. Ma il rammarico per quella sconfitta non cancella la straordinarietà di un decennio eccezionale”.

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Il 2019

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Poi torna sul 2019, e sull’anno che secondo quanto riportato del senatore fiorentino ha visto i populisti guidare e danneggiare il paese. Per Renzi il 2019 “non è stato un anno bellissimo come pure era stato autorevolmente profetizzato. Continua nella Enews – Con i populisti doveva sparire la povertà e invece è sparita la crescita. Però abbiamo mandato a casa Salvini, approfittando di un suo scivolone agostano” e ancora: “A tutti quelli che dicono ‘dovevate andare a votare’, ricordo – aggiunge Renzi – che se fossimo andati a votare oggi avremmo avuto un governo di cinque anni di estrema destra. La decisione di agosto mi è costata molto sotto il profilo personale ma è stata una scelta fatta nell’interesse del Paese, non nell’interesse personale”.

 

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