Ponte Morandi, i periti contestano: stanno ricevendo pressioni

Il gip Angela Nutini ha segnalato alla Procura questo genere di pressioni. Intanto prosegue l’incidente probatorio per scoprire le cause del crollo del ponte Morandi.

ponte morandi

Arrivano le prime novità per quanto riguarda le indagini sul crollo del ponte Morandi. È in corso il secondo incidente probatorio per scoprire le cause di quanto è avvenuto nel mese di agosto di due anni fa. Il giudice per le indagini preliminari Angela Nutini, però, ha reso noto qualcosa che ha a che fare con il processo, e in particolare con i suoi indagati.

Secondo la Nutini, infatti, è poco lineare il comportamento dei consulenti delle persone indagate. La segnalazione fatta dal gip di Genova è arrivata sulla scrivania del procuratore del capoluogo ligure, Francesco Cozzi. L’intervento del giudice non è un caso isolato, visto che nei giorni scorsi erano giunte delle lamentele da parte dei periti. In particolare si è fatto riferimento al fatto che i consulenti degli indagati per il crollo del ponte Morandi stessero facendo delle pressioni.

Ponte Morandi immediatamente dopo il disastro - meteoweek.com
Ponte Morandi immediatamente dopo il disastro – meteoweek.com

In questo modo, lo svolgimento del lavoro degli specialisti per completare l’incidente probatorio è reso “poco sereno”, come si legge nella segnalazione della Nutini. In ogni caso, nella giornata di domani si svolgerà una udienza interlocutoria, ma stando alle ultime voci questa potrebbe far accendere una nuova miccia sul caso. Tra le altre cose, questo episodio fa seguito all’ultimo accordo raggiunto tra i periti e i consulenti degli indagati. La riunione si è tenuta quasi un mese fa, per la precisione il 19 dicembre scorso.

I consulenti si erano fatti avanti per sostenere i costi del reperimento di alcune prove di carico sulla trave dell’impalcato del ponte Morandi. Dopo questo accordo raggiunto, i tre periti del gip si sono rivolti alla stessa Nutini. Il testo del messaggio è stato abbastanza chiaro: “Abbiamo ricevuto delle pressioni costanti da parte dei consulenti delle parti. Non possiamo continuare a svolgere il nostro lavoro in modo sereno“.

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