Furbetti del cartellino, assolto il vigile che timbrava in mutande

L’immagine del vigile era diventata il simbolo dei furbetti del cartellino. Il gup, però, ha stabilito che “il fatto non sussiste” per lui e 9 colleghi. Dopo il blitz del 2015 il comune ligure aveva licenziato 32 dipendenti. Tanti indagati hanno scelto il patteggiamento

Era divenuto il simbolo dei furbetti del cartellino, ma per il vigile sorpreso a timbrare in mutande si è chiusa la parentesi giudiziaria. La sua immagine aveva fatto il giro del web e delle tv, ma l’uomo di Sanremo è stato assolto dal gup della cittadina ligure Paolo Luppi. Secca e indiscutibile la motivazione. “Il fatto non sussiste”, ha decretato il magistrato per il “vigile in mutande” e altri nove imputati. Nella medesima udienza 16 persone sono state rinviate a giudizio e altrettante sono uscite dal processo con un patteggiamento.

L’operazione anti-furbetti era scattata lo scorso 22 ottobre 2015: vennero eseguite 43 misure cautelari, al termine delle quali il comune di Sanremo licenziò in tronco 32 degli indagati. I dieci rimasti, che scelsero la via del rito ordinario per assenteismo, sono stati assolti con formula piena.

Tra questi, Alberto Muraglia, ex vigile del mercato annonario, filmato mentre timbrava il cartellino in slip e vera icona dell’indagine. Sedici imputati avevano scelto la strada del patteggiamento, con pene tra 8 mesi e 1 anno e 7 mesi. Altri 16 imputati attendono oggi di essere prosciolti o rinviati a giudizio, avendo optato per il rito ordinario.

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La lista delle persone assolte o rinviate a giudizio

Insieme ad Alberto Muraglia, altri nove dipendenti comunali che avevano chiesto il rito abbreviato hanno chiuso positivamente la vicenda giudiziaria che li vedeva coinvolti. Assolti quindi anche Roberta Peluffo, funzionario amministrativo del servizio appalti. Luigi Angeloni istruttore tecnico. Maurizio Di Fazio, archivista. Sergio Morabito, impiegato dell’anagrafe. Loretta Marchi, responsabile del museo civico. Patrizia Lanzoni, coordinatrice degli asili nido.  Rosella Fazio ai servizi sociali. Paolo Righetto operaio e Luisa Mele, componente di staff dell’allora sindaco.

Sul fronte patteggiamenti, sono stati confermati ad altri sedici imputati, sul quale il giudice del tribunale di Imperia si è pronunciato. La lista è anche qui corposa. Antonietta Patrizia Bergonzoni, istruttore amministrativo anagrafe. Giancarlo Crobeddu, operaio. Antonella Medici, funzionario stato civile. Roberta De Amicis, funzionario servizio tributi. Vincenzo Paternò, operaio. Bruno Spadì, addetto videoterminali anagrafe. Elena Quadrio, coordinatore amministrativo anagrafe. Riccardo Grasso, geometra. Antonio Carota, servizio demografico. Alessio Vellani, funzionario arredo urbano. Claudio Castagna, messo notificatore. Daniela Spizzo istruttore amministrativo. Maurizio Bolla, ausiliario servizio notifiche. Roberto Tedeschi, responsabile anagrafe. Enzo Moretto, istruttore amministrativo servizio elettorale. Mauro Gianforte, messo notificatore.

Infine, nella lista figurano 16 comunali per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio, non avendo chiesto procedimenti altenativi. Si tratta di Giuseppe Terracciano, responsabile della manutenzione fabbricati. Roberto Pangallo, geometra. Alessandra Seggi, architetto. Rita Torre, servizi sociali. Fiorella Cavalca, servizio notifiche. Marco Checchi, ex operaio protezione civile. Tatiana Garibbo, anagrafe. Antonella Rossi, capo tecnico manutenzione fabbricati. Giuliano Servetti, addetto videoterminale. Mario Adami, operaio. Mirco Norberti, responsabile servizio notificatori. Antonio Rao, addetto terminalista. Francesco Astolfi, istruttore amministrativo anagrafe. Mimo Franza, economato. Agatino Longhitano, istruttore amministrativo manutenzione fabbricati Chiude la folta schiera, Miriam Marangoni, istruttore amministrativo servizio tributi.

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