Villetta con ospiti | Conferenza stampa del film diretto da Ivano De Matteo

Presentato a Roma l’ultimo film di Ivano de Matteo (Gli equilibristi, I nostri ragazzi, La vita possibile) dal titolo Villetta con Ospiti, un noir ambientato in una ricca cittadina del nord, e abitato da luci e ombre di una famiglia borghese intrappolata in un’atmosfera di false verità e cupi segreti. Sette vizi capitali incarnati da sette enigmatici protagonisti. Il film, che uscirà in 50 copie grazie ad Academy Two , è interpretato da un ricco cast che comprende Marco Giallini, Michela Cescon, Massimiliano Gallo, Erika Blanc, Cristina Flutur (premio miglior attrice a Cannes per Oltre le colline di Cristian Mungiu). Alla presenza della stampa, il regista, la co-sceneggiatrice Valentina Ferlan e gli attori hanno parlato di com’è stato realizzare questo progetto.

Villetta con ospiti, e l’assunto secondo cui Nessuno è salvabile

D: Ivano (De Matteo) e Valentina, ripensando ai vostri lavori, trovo che ci sia una “ossessione” molto precisa, perché in tutti i vostri film c’è la necessità di una scelta epica, una scelta per comodità. I personaggi si trovano a dover scegliere, ma le scelte non sempre sono quelle giuste?

I. De Matteo: come ho detto in tutti i miei film, noi partiamo sempre da un’idea di famiglia, e in quest’ultimo film anche la famiglia intesa come comunità. Per noi le scelte sono quasi un’ossessione, e nei nostri film noi ci mettiamo quasi sempre come protagonisti “esterni”, e partiamo sempre dal presupposto secondo cui nessuno è salvabile. E infatti quando feci I nostri ragazzi dissi che non avrei messo mai la mano sul fuoco nemmeno su mio figlio. Io lo considero un ragazzo perfetto, con un’ottima educazione, ma non escludo nulla. Potrebbe un giorno ubriacarsi ed uccidere qualcuno? Potrebbe! Non sono certo di nessuno, nemmeno di me stesso.

E con i nostri film noi cerchiamo di esorcizzare questa verità. Io la mano sul fuoco non posso metterla su nessuno e nemmeno su di me. Io e Valentina oramai viviamo insieme da trent’anni e quindi ormai quando lavoriamo a un film è come se fossimo una persona sola. Questo soggetto lo avevamo scritto da tanto tempo ed essendo noi ammiratori della trasmissione di Chi l’ha visto ci siamo fatti anche un po’ ispirare dal caso di Ladispoli (la famiglia Ciontoli e il delitto di Marco Vannini, n.d.r.), e nel film ci sono alcune analogie che ci hanno un po’ inquietato. Di fatto volevamo solo raccontare una storia di straordinaria follia. Qualcosa che può succedere. La vita è strana, e per esempio io oggi potevo essere altrove e non qui a presentare il mio film.

V. Ferlan: personalmente a me piacciono sempre i personaggi pieni di punti interrogativi, ovvero che vivono in bilico e che potrebbero fare una cosa e contemporaneamente anche l’altra. In questo caso alla fine abbiamo scelto alla fine di ambientare il film nel nord est perché sarebbe stato più semplice e scontato ambientare questa storia in una realtà sociale degradata, disagiata, in luogo in cui in parte ci si aspetta che accada qualcosa di terribile, o che uno non abbia mezzi per poter prendere le scelte giuste. E quindi abbiamo scelto di ambientarlo in un luogo dove le possibilità di scegliere la via giusta ci sono, ma non ne siamo comunque capaci.

D: Dopo La bella gente e I nostri ragazzi questa è l’ennesima agghiacciante radiografia della classe borghese. Ho visto molte suggestioni e modi di girare. Ivano, a cosa ti sei ispirato maggiormente?
I. De Matteo: In questo film ci sono dei generi, e come suggestione io mi sono rifatto molto ai noir, una mia vecchia ossessione. Poi mi piacciono molto anche il Jazz, sin da quando facevo teatro, e quelle tipiche ambientazioni fumose. In realtà noi volevamo tentare di mischiare i generi, come la commedia, ma non la commedia della risata, la commedia tagliente, cattiva. L’idea era quella di un imbuto con una prima parte solare e che poi andava a stringere, e quindi chiudere questa sorta di imbuto e portare lo spettatore per circa 45 minuti in un luogo non luogo, di teatro-cinema, ovvero la villetta, che per me rappresenta un altro vero e proprio protagonista del film.

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Villetta con ospiti, un lavoro di squadra

D: (Al cast) Com’è stato lavorare con Ivano De Matteo regista? Spesso siete tanti in scena ma non sembrate mai scollati da quello che vediamo.

C. Flutur: Ivano è davvero un regista fantastico, di talento e di cuore, e ha una visione molto precisa di quello che vuole. Lavorare con lui e con tutto il team è stata una delle esperienza di cinema più straordinarie fino a oggi vissute.

B. Storti: Io ho subito sposato questo progetto e la politica di questo film, e ho conosciuto e lavorato con tante persone nuove. Noi abbiamo costruito una vera tragedia contemporanea, e quando Ivano mi ha raccontato la storia di questo film, io ho detto “questo è film ho che farei tutta la vita”. E posso dire che in ogni secondo della lavorazione mi sono divertito sempre.

M. Giallini: Beh al di là della parmigiana di melanzane preparata dalla mamma di Ivano, è difficile dire altro. Beh si stava bene sul set, nonostante De Matteo e Bebo (Storti). (Risate) E De Matteo prima di girare ti spiega tutto il film compresa la musica, e alla fine che gli dici? “Perfetto, cominciamo!”
E poi il mio sogno, sin da bambino, è stato sempre quello di fare vero Cinema, e De Matteo (può piacere o meno) di sicuro è un regista che fa Cinema.

M. Gallo: Il bello di questo film è che questi personaggi diventano tridimensionali. Il mio non è un cattivo scontato, rassicurante (nella sua cattiveria), è un personaggio con diverse sfumature. Fare questo film è stato un po’ come quando vieni chiamato da un buon allenatore e sai che giocherai con un’ottima squadra, che sarà semplice. E quindi è stata un’esperienza straordinaria, e ben venga questo cinema italiano.

V. Marchioni: il mio è un prete con moltissime ambiguità. É stato meraviglioso entrare nell’immaginario di Ivano e Valentina. Come attore è sempre bello avere un personaggio e farlo scomparire in una storia. Ivano conosce alla perfezione quello che ha scritto e dove mettere la macchina, e come usare la musica. Con lui si ha l’impressione (come ha detto anche Marco) di avere a che fare con il cinema con la C maiuscola.

Viletta con ospiti, Il dualismo della Natura, e dell’uomo

D: Nel film ci sono molte suggestioni visive di animali. Ci sono lupi, caprioli e cacciatori. Sono delle creature che si specchiano (metaforicamente) nei personaggi?

V. Ferlan: Io nelle sceneggiature tengo sempre molto da conto la parte naturale perché secondo me la natura può essere doppia proprio come l’essere umano. La Natura può essere placida ed esprimere la bellezza e la serenità del paesaggio, come possono e sanno fare gli esseri umani. Ma la Natura può anche di colpo diventare crudele, spaventosa, e anche per l’uomo spesso è così, e di solito il più forte decide per gli altri.

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