Arrestato al Cairo studente dell’Università di Bologna

Arrestato lo studente Patrick George Zaky, attivista e ricercatore egiziano. In carcere non gli è stato permesso di comunicare con la famiglia e l’avvocato. L’ordine di cattura risale al 2019 ma il giovane non ne sapeva nulla. Non si conoscono al momento i capi di accusa

Un ritratto di Patrick George Zaky diffuso dall’agenzia Dire

E’ stato arrestato all’aeroporto del Cairo Patrick George Zaky, studente, attivista e ricercatore egiziano di 27 anni. Il giovane, che da alcuni mesi stava frequentando un master in Studi di genere all’università di Bologna, era partito dal capoluogo emiliano con l’intento di trascorrere un breve periodo di vacanza nella sua città natale, Mansoura. Qui ha ricevuto la ”sorpresa”. Come riferito all’agenzia Dire Amnesty International, una volta atterrato, è stato preso in custodia dalla polizia egiziana. La notizia è stata confermata sui social network anche dall’associazione locale con cui Patrick George Zaky collaborava. Il ragazzo, tuttavia, è all’oscuro dei motivi che hanno portato all’ arresto.

Sono emersi con il passare delle ore ulteriori dettagli. Gli sarebbe stata negata la possibilità di contattare i famigliari o un avvocato. Amnesty, in base alle informazioni ricevute, riferisce che “Zaky è stato arrestato per un ordine di cattura spiccato nel 2019, di cui lui però non era a conoscenza. Ignoti anche i capi d’accusa contestati”. Lo studente è in pericolo, stando alle stesse fonti. Durante l’interrogatorio potrebbe aver subito torture, tra cui l’elettroshock.

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Fratoianni (Sinistra Italiana): “Governo intervenga con decisione”

Tra i primi ad intervenire sul caso c’è Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana – Leu. “Il governo italiano e le autorità accademiche dell’ateneo bolognese intervengano con decisione nei confronti del governo egiziano per l’arresto del ricercatore”. E aggiunge lo stesso Fratoianni, “la cattura è avvenuta sicuramente per il suo impegno a difesa dei diritti umani. Si tratta di un altro episodio che coinvolge un regime che quotidianamente calpesta i diritti umani e le regole democratiche. Un nuovo caso indecoroso. Ricordiamo che ancora non è stato fatto quanto necessario verso l’Italia e la giustizia sulla vicenda Regeni”.

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“Condanniamo senza sè e senza ma l’arresto di un attivista per i diritti umani, che ora rischia un periodo di lunga detenzione e torture”. Alle parole di Fratoianni hanno fatto seguito quelle di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty. “Siamo indignati e profondamente preoccupati per la sua situazione. Il ragazzo era completamente all’ oscuro del mandato di cattura. Temiamo per la sua salute, dato che potrebbe subire torture”.

Nel 2018 l’attivista, contattato dall’ agenzia Dire, si era così espresso sulla situazione attuale nel suo paese. “L’Egitto non è affatto un Paese stabile. Non lo è né dal punto di vista socio-economico né delle libertà fondamentali. Di questo c’è da essere seriamente allarmati. La gente non trova lavoro, il costo della vita continua ad aumentare e il governo fa di tutto per limitare gli spazi del dissenso. Lo scenario ci mette di fronte ad un futuro problematico, da cui bisognerà uscire con tenacia”.

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