Papa Francesco: “La Chiesa non può chiudersi davanti a violenza e ingiustizia”

Questa mattina all’Angelus, Papa Francesco ha esortato la Chiesa alla lotta contro la violenza e le ingiustizie, così come tutti i fedeli cristiani all’impegno nella vita di tutti i giorni, facendosi forza con sale e luce per uscire dal “proprio recinto di sicurezza”.

papa francesco angelus

Durante il consueto appuntamento dell’Angelus, Papa Francesco ha lanciato un monito alla Chiesa e a tutti i cristiani. Il santo padre ha infatti ricordato come la Chiesa non debba mai considerarsi o comportarsi come fosse all’interno di recinto, chiuso, ma impegnarsi e spendersi per i poveri e i più deboli. Allo stesso modo, anche i fedeli non devono chiudersi in loro stessi o nascondersi davanti alle ingiustizie, ma agire per il bene del prossimo, con umiltà e mai per riscuotere un plauso.

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La Chiesa non può chiudersi come un recinto

Risuonano forti le parole di Papa Francesco all’Angelus di oggi. “Di fronte alla violenza, all’ingiustizia e all’oppressione, il cristiano non può chiudersi, in sé stesso o nascondersi nella sicurezza del proprio recinto; anche la Chiesa non può chiudersi in sé stessa, non può abbandonare la sua missione di evangelizzazione e di servizio”, ha infatti dichiarato il santo padre.

Con questa sua fondamentale esortazione, il papa ha quindi ricordato il compito principale della Chiesa, quello di essere punto di riferimento e comunità sempre al servizio degli ultimi e degli indifesi. Del resto, “la Chiesa si spende con generosità e tenerezza per i piccoli e i poveri” ha aggiunto sua santità, spiegando che “questo non è lo spirito
del mondo ma è la luce e il sale” del mondo.

All’Angelus, papa Francesco menziona il sale e la luce, il messaggio di Gesù

La luce e il sale, dunque. Con queste due immagini simboliche, annunciate al pubblico di fedeli poco prima di dedicarsi agli appelli per la Siria e alla tratta di esseri umani, Papa Francesco ha definito due degli atteggiamenti corretti che Gesù consegna ai suoi discepoli. Atteggiamenti che tutti coloro che intendano seguire la strada del Messia dovrebbero sempre tenere bene a mente, così da poter diventare veri e propri testimoni e annunciatori del Vangelo.

Il sale, infatti, esalta e dà sapore, ma allo stesso tempo conserva e preserva gli alimenti dalla corruzione. E come spiega Francesco, il discepolo è perciò chiamato a tenere lontani i pericoli dalla società, a contrastare quei germi corrosivi che inquinano la vita delle persone. Quel discepolo che nonostante le avversità di ogni giorno continua a rialzarsi, persevera con pazienza, attraverso il dialogo e l’incontro con l’altro, sta aggiungendo il giusto sale alla sua missione di fede.

Ma diventa importante, però, portare anche la luce, così da poter disperdere le tenebre che avvolgono il mondo e i cuori di tante persone. Una luce che deve scaturire dalle opere concrete, e non soltanto dalle belle parole, e che sappia dissolvere le menzogne e illuminare il cammino dell’altro con la bontà e la misericordia di Cristo.

L’appello universale lanciato da papa Francesco, dunque, richiama il coraggio, il non avere paura di vivere nel mondo, anche quando ci si imbatte in condizioni di conflitto e di peccato. Diventa perciò importante fare affidamento agli insegnamenti di Gesù, alla luce al sale, e diventarne strumenti in grado di far splendere il cammino dell’altro.

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Il cristiano non cerca plauso, ma si fa forza con l’umiltà

Un cristiano che segue gli insegnamenti, che si affida al binomio sale-luce, è un cristiano che “non ricerca il consenso e il plauso, ma si sforza di essere una presenza umile e costruttiva, nella fedeltà agli insegnamenti di Gesù che è venuto nel mondo non per essere servito, ma per servire. E di questo atteggiamento c’è tanto bisogno“.

Così esorta i fedeli Papa Francesco, mentre descrive il compito del cristiano: resistere al peccato e al degrado morale, testimoniando i valori dell’onestà e della fraternità, così da riuscire a disperdere le tenebre facendo risplendere la luce di Cristo. Senza desiderare consenso e plauso, ma impegnandosi con umiltà di “servire”, di essere “una presenza umile e costruttiva”, arrischiandosi al di fuori del “proprio recinto”.

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