Gianbruno Cecchin presunta vittima di abusi in seminario, la diocesi nega

Il caso di Gianbruno Cecchin, professore padovano di filosofia, che accusa due preti di avere abusato sessualmente di lui quando era ragazzino. “Nessuna prova e ancora nessun esposto in Procura”.

Sono soprattutto i tempi che non convincono la diocesi di Treviso. Che si chiede come mai solo ora Gianbruno Cecchin abbia deciso di rivelare presunti abusi sessuali nei suoi confronti subìti 30 anni fa quando frequentava il Seminario vescovile di Treviso.
A proposito dei presunti abusi, la Diocesi risponde perentoriamente: «Nessuna prova e ancora nessun esposto in Procura». Tuttavia è stata avviata un’indagine interna, in massima trasparenza, sulla condotta dei due sacerdoti finiti all’improvviso bersaglio di accuse infamanti. Il docente, dopo aver raccontato trent’anni dopo di aver subito abusi, aveva annunciato di voler consegnare lunedì scorso un esposto in Procura, rinviando però questa mossa.

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La Diocesi trevigiana non si tira comunque indietro e scrive un comunicato. «Trasparenza nelle procedure di indagine, vicinanza a tutti i soggetti accusati, e fiducia nel lavoro degli organismi competenti. Sarà questa la linea che ha intenzione di seguire in merito alla vicenda della segnalazione di presunti abusi che sarebbero avvenuti circa 30 anni fa nel Seminario vescovile di Treviso, “denunciati dal signor Gianbruno Cecchin, allora maggiorenne”. Il comunicato continua: “La persona ha accusato negli ultimi giorni, attraverso i quotidiani e le reti locali, due sacerdoti della Diocesi di averlo ripetutamente sottoposto a violenze. L’esposto in Procura, che più volte il sig. Cecchin ha dichiarato di voler presentare, ad oggi non risulta depositato. Questa persona, quindi, non ha fornito, né alla Diocesi né ai mezzi di informazione sui quali ripetutamente ha diffuso le proprie accuse, la minima prova di quanto affermato”

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“Il vescovo Michele Tomasi ha avviato, da subito, un’indagine, secondo quanto indicato dalla Chiesa, al fine di far luce sulle gravi accuse formulate a carico dei due sacerdoti, persone unanimemente stimate per il loro servizio di educatori svolto per anni in Seminario senza che mai sia stato sollevato da chicchessia il benché minimo sospetto sulla loro correttezza”.Contando anche sulla professionalità dei mezzi di informazione – conclude il comunicato – che danno il loro contributo alla verità, la Diocesi di Treviso continua a lavorare, nelle sedi opportune, per assicurare, nella doverosa tutela delle persone e delle Istituzioni coinvolte, e in particolare del Seminario vescovile, la massima trasparenza per arrivare nei tempi congrui alla verità dei fatti».

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