Uccisi dal virus dei pipistrelli: l’origine controversa del Coronavirus

Il Coronavirus partito dai pipistrelli o scappato da un laboratorio? Secondo le ultime indiscrezioni, entrambe le cose: infettato uno studioso di un laboratorio di Virologia.

Dopo giorni di dibattito, finalmente è arrivata la testimonianza che ha ribaltato le carte in tavola. Si era parlato fin da subito, per quanto riguarda le origini del terribile Coronavirus che sta infettando il pianeta, di un probabile contagio avvenuto tra il

pipistrello e l’uomo. Tesi che però era sembrata a molti dubbia, per via del fatto che a poca distanza dal mercato del pesce di Wuhan, il luogo in cui avrebbe preso vita il contagio, vi sono situati i laboratori del Centro per il Controllo delle Malattie di Wuhan.

Due biologi sostengono che il virus sia stato generato da animali infetti in un laboratorio

Ora, a quasi un mese dalla pubblicità del rischio, due biologi ricercatori della South China University of Technology hanno dato la loro versione, rispetto a quella delle autorità governative del Governo di Pechino.

Il virus, secondo Botao Xiao e Lei Xiao, e stando a quanto riporta il quotidiano britannico Daily Mail, sostengono che sia infaustamente scappato dagli stessi laboratori.
Nello specifico, le affermazioni dei duo biologi sostengono che “le possibili origini del coronavirus 2019-nCoV potrebbero avere come causa gli animali infetti tenuti in laboratorio dal Centro per il Controllo delle Malattie di Wuhan (WHCDC), tra cui 605 pipistrelli“.

E che non a caso “il WHCDC è anche vicino all’Union Hospital dove il primo gruppo di medici è stato infettato durante questa epidemia”. Per queste ragioni, quindi, pare del tutto “plausibile che il virus sia trapelato e che alcuni di essi abbiano contaminato i pazienti iniziali, sebbene siano necessarie nuove prove”.

Dichiarazioni che suonano come macigni sull’operato del Governo cinese, accusato più volte da soggetti internazionali di avere occultato delle prove riguardo alla nascita e alla diffusione di questo terribile virus che dapprima ha messo in ginocchio il paese asiatico, e che ora rischia di gettare nel panico l’intero globo, con il rischio della diffusione di una vera e propria pandemia.

Pipistrelli attaccano uno studioso e lo infettano

I ricercatori infatti, all’interno di un report sostengono le loro affermazioni ripercorrendo a ritroso fatti accaduti a un loro collega ricercatore. Dei pipistrelli infatti una volta avrebbero attaccato uno studioso facendo finire il sangue sulla loro pelle, spingendolo a mettersi in quarantena volontaria, e lo stesso accade una seconda volta quando un pipistrello gli urinò addosso.

Al termine, si scoprì che “le sequenze del genoma dei pazienti erano identiche al 96% o all’89% al coronavirus Bat CoV ZC45 originariamente trovato nel Rhinolophus affinis”.

Il passaggio problematico però di tutta questa vicenda, che porta i due a ritenere impossibile che il contagio sia avvenuto in natura, è che questi animali vivono a circa 960 chilometri dal mercato del pesce della cittadina di Wuhan, il che fa pensare all’impossibilità di uno spostamento così distante. Come è improbabile anche che il contagio sia dovuto alla tendenza degli abitanti locali di cibarsi di pipistrelli.

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Per questa ragione, l’ipotesi paventata dal documento dei due è che sia scappato dal laboratorio situato nella cittadina cinese. Come tuttavia potrebbe anche concorrere la presenza, a circa 12 km, dell’istituto di Virologia, che però tuttavia aveva a sua volta “riferito che i pipistrelli Rhinolophus affinis erano serbatoi naturali per la grave sindrome respiratoria acuta coronavirus (SARS-CoV) che ha causato la pandemia del 2002-3”.

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Quindi, alla luce di tutto ciò, la conclusione del documento è obbligatoria, e viene stilata dai due scienziati in maniera esplicita:  “Il coronavirus killer probabilmente proviene da un laboratorio di Wuhan”.

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