Coronavirus, il paziente zero è un frequentatore dei centri massaggi cinesi?

Un’ipotesi pronunciata sottovoce e non ufficializzata ma concreta tanto che nelle ultime ore diverse istituzioni chiedono controlli e procedure di chiusura nei confronti dei centri massaggi gestiti dalle comunità cinese.

L’ipotesi massaggio cinese

La caccia al “Paziente zero”, la persona che avrebbe contagiato diverse persone in poche giorni senza subire alcun sintomo del coronavirus, continua. L’ipotesi del manager proveniente dalla Cina che avrebbe mangiato con il 38enne di Codogno ancora ricoverato, il primo contagiato in assoluto sul territorio italiano, sembra essere tramontata. L’uomo è controllato e continua a essere negativo a tutti i test, non è malato. Ma nelle ultime ore è nata un’ipotesi che pochi vogliono formulare concretamente: quella di un contagio nata in un centro massaggi cinese.

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Teoria verosimile

I centri massaggi, che in realtà sono case d’appuntamento mascherate da centri benessere e che sono dilagati in tutto il paese con estrema facilità, sono l’anello di congiunzione perfetto tra la Cina e il nostro paese. Ospitano migliaia di operatrici che spesso cambiano città e viaggiano continuamente dall’Italia al paese d’origine. Il loro giro d’affari è enorme. Fino a oggi tutte le interrogazioni per razionalizzare, o quanto meno chiarire il loro tipo di prestazione è andato fallito.

Massaggi illegali e prostituzione

Si è scritto che i massaggi cinesi sono le nuove case di tolleranza in un paese che le ha abolite da decenni e che persegue la prostituzione sulla strada, soprattutto quella proveniente dall’est e che coinvolge minori e clandestine, in modo appena efficace. Non è un caso probabilmente che prima ancora delle ordinanze che hanno chiuso molte attività sia nei comuni ‘zona rossa’ che in quelli a rischio, moltissimi centri estetici cinesi abbiamo repentinamente chiuso i battenti. Saracinesca abbassata e luci spente. La stragrande maggioranza di queste attività lavora sette giorni su sette, anche quattordici ore al giorno.

Un contagio a luci rosse

Le inchieste giudiziarie su questi centri sono numerosissime e le indagini puntano sempre sulla prostituzione e sulla clandestinità o l’illegalità delle operatrici. Di qui l’ipotesi: il paziente zero sarebbe un frequentatore dei Tuina, i centri massaggi cinesi e qui potrebbe aver contratto il virus senza accusarne i sintomi ma trasferendolo a numerosissimi altri soggetti.

L’accusa di Meluzzi

Del caso dei centri massaggi cinesi ha parlato il professor Alessandro Meluzzi: “A nessuno è venuto in mente di controllare in modo meticoloso questi bordelli che lavorano a pieno regime in modo assolutamente illegale e che ospitano, spesso anche a dormire, queste ragazze della cui provenienza nessuno sa niente?”

Un consigliere comunale della Lega del comune di Genova, Davide Rossi, ha chiesto la chiusura immediata e a tempo indeterminato di tutti i centri massaggi cinesi cittadini.

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Zaia: “Il Paziente Zero ancora non c’è”

In Veneto un agricoltore originario di Vo’ Euganeo si è presentato spontaneamente in ospedale, ha spiegato di essere stato a Codogno, a un convegno e poi si essere rientrato a casa ma di non avere mai accusato malesseri. Lo ha confermato nel pomeriggio il governatore del Veneto Luca Zaia: “Anche lui è in isolamento ed è controllato meticolosamente ma non c’è alcuna garanzia che sia lui il paziente zero asintomatico che ha iniziato il contagio. Di fatto al momento il paziente zero non c’è”.

 

 

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