Coronavirus, Salvini: “Sostenere le imprese con blocco Iva, mutui, tasse e cartelle esattoriali”

L’emergenza coronavirus rischia di mettere in ginocchio una vastissima componente del commercio e della piccola e media impresa italiana: negozi e artigiani. Il leader delle Lega presenta 10 proposte.

La proposta di Salvini

Oggi in Senato il leader della Lega Matteo Salvini presenterà un pacchetto di dieci proposte per sostenere il commercio e le piccole imprese. Salvini lo ha anticipato nella serata di ieri durante una diretta Facebook: “Qui si tratta di aiutare chi da tutta questa vicenda rischia di perdere tantissimo, tutto quello che ha. Chiederemo il blocco dei pagamenti e degli adempimenti fiscali, oltre al blocco di tutte cartelle esattoriali comprese la sospensione del pagamento delle rate del mutuo, l’esenzione Iva, il credito d’imposta per ogni giorno di chiusura, la sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali, lo stop alla tassa di soggiorno e incentivare chi prenota un albergo o un viaggio in Italia”. Si tratta di un tentativo di dare liquidità e respiro ad aziende che rischiano il collasso.

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La proposta andrà approvata

Salvini lancia una sorta di tregua armata a Conte e al suo governo che aveva chiesto se non l’appoggio per lo meno il non-ostruzionismo delle opposizioni. Resta ora da vedere se questo pacchetto di proposte che prevede anche la cassa integrazione in deroga anche per micro, piccole e medie imprese e la cedolare secca al 21% per gli immobili commerciali, troverà altro consenso all’interno del Parlamento.

Di sicuro la preoccupazione per una rete nevralgica per il paese come quella delle piccole e medie imprese del commercio è grande.

Blocco alle spese

Ieri sono stati alcune decine di migliaia i negozianti e gli ambulanti dei mercati che hanno aperto la loro attività e che dopo poche ore sono tornate a casa. Non un acquirente o come nel caso delle fiere inizialmente organizzate per la domenica del carnevale, era arrivata addirittura l’ordinanza di sbaraccare tutto. Il coronavirus sta già pretendendo il suo primo tributo dalle imprese italiane che negli ultimi giorni hanno visto alzarsi i costi e minimizzare i ricavi.

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Coronavirus
Coronavirus (GettyImages)

“Un bagno di sangue”

I negozi della periferia sud est di Milano, la zona rossa è distante una quindicina di chilometri, hanno subito subito un contraccolpo pesantissimo. Mentre nei centri commerciali della grande distribuzione i bancali venivano spolverati in pochi minuti e la merce andava a ruba, quasi tutti i negozi di quartiere si sono ritrovati semideserti.

A Bergamo gli ambulanti della fiera che si erano regolarmente presentati per la fiera del carnevale sul Sentierone, sono stati costretti ad andarsene. “Ci siamo svegliati all’alba, abbiamo posizionato tutto e poche ore dopo ci hanno detto di andarsene – dice uno degli ambulanti – è una situazione grave e come tale va trattata però se continua così tra poco saremo in ginocchio. Sarà un bagno di sangue…”

Anche perché negozianti e ambulanti dei mercati lamentano il fatto che i supermercati restano invece regolarmente aperti.

In realtà non sarà così. Per il prossimo fine settimana si ipotizza che anche i centri della grande distribuzione dovranno chiudere per mantenere sotto controllo nuovi possibili contagi.

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