Digiuno intermittente, si o no? Ce lo dice il neuroscienziato!

Digiunare fa bene? E’ pericoloso o in realtà è un pratica che andrebbe eseguita ad intermittenza? Sono molteplici le ricerche scientifiche in tema di digiuno, diversi gli esiti. Tra gli studi più noti c’è senza dubbio quello del celeberrimo neuroscienziato Mark Mattson, che ha reso noti tutti gli effetti positivi del digiuno.

Digiunare due volte a settimana, quali sono gli effetti?

Mark Mattson, professore di neuroscienze presso la Johns Hopkins University, è uno dei massimi esperti  nello studio delle malattie degenerative come Parkinson e il morbo di Alzheimer. Mattson ha realizzato diversi studi, sostenendo che digiunare per due volte a settimana, potrebbe scongiurare l’ipotesi di sviluppare malattie come il di Parkinson e l’Alzheimer.

Diverse ricerche hanno dimostrato che il cosiddetto digiuno intermittente apporterebbe miglioramenti sia alla memoria che all’apprendimento, riducendo le probabilità di sviluppare una malattia degenerativa.

Digiuno intermittente, la comunità scientifica approva!

I ricercatori hanno dimostrato che digiunare per due volte a settimana è salutare. Grazie al cosiddetto digiuno intermittente, il nostro organismo si depura dalle tossine e dai liquidi in eccesso, ma non solo. Grazie a questo “stop” per soli due giorni a cadenza settimanale, è possibile ridurre il rischio che si sviluppino malattie neurodegenerative. Un ottimo modo dunque per restare in salute.

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L’idratazione è fondamentale, occhio!

Durante il digiuno intermittente è necessario mantenere comunque un adeguato livello di idratazione. Non si deve assolutamente ridurre il consumo di acqua, anzi è necessario che si resti idratati. La disidratazione infatti, può causare perdita di concentrazione, affaticamento, dolori muscolari, astenia, bruciore agli occhi e tanto altro.

Attenzione al fai da te, rivolgetevi sempre al medico di fiducia!

Anche se gli scienziati hanno dimostrato che digiunare per soli due giorni a settimana può apportare degli effetti  positivi al nostro organismo, è consigliabile sempre chiedere il parere preventivo del medico di fiducia. Il professionista conoscendo la storia clinica del paziente sarà in grado di consigliare al meglio chiunque intenda avvicinarsi a questa pratica.

 

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