Scuole chiuse anche dopo il 15 marzo? Non è escluso

Il provvedimento del governo Conte che ieri ha chiuso scuole e Università bloccando anche tutta l’attività culturale del paese tra concerti, cinema e teatri potrebbe essere estesa.

I ragazzi non vanno a scuola ma affollano i parchi (Photo by Marco Di Lauro/Getty Images)

Si discute

Era inevitabile che la decisione del governo Conte di chiudere le scuole fino al 15 marzo potesse portare a parecchie discussioni. Le famiglie sono indubbiamente in difficoltà sulla gestione quotidiana dei ragazzi e del lavoro. E non c’è alcuna certezza che questa misura sia sufficiente a rallentare l’aggressività di un contagio che prosegue con ritmi incalzanti. Una misura che potrebbe non bastare ma che era assolutamente necessaria. Dicono i virologi.

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Servono tempi più lunghi

Tra i primi a esprimere perplessità ieri erano stati i membri del comitato tecnico-scientifico che avevano illustrato nel corso della riunione allargata di ieri pomeriggio vantaggi e svantaggi di una chiusura globale. Adesso il termine del 15 marzo potrebbe non essere sufficiente. Già ieri mattina si era diffusa la voce secondo la quale si stesse valutando una chiusura fino a Pasqua. Ha prevalso una linea moderata senza escludere la possibilità di una “rimodulazione dei termini sulla base degli scenari”.

Scenario incerto

Il presidente del consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, componente del Comitato tecnico-scientifico sull’emergenza coronavirus, non esclude che il “gate close” possa estendersi: “Che la misura non serva lo escludo, ma non è certo il contributo che possa dare. Può aiutare a contenere i contagi, ma non sappiamo quanto. É un sacrificio che serve ma non sappiamo a quanto. Quanto il governo ha deciso non è lontano da quelle che erano le nostre indicazioni – dice Locatelli, lasciando intendere che il l’ISS aveva ipotizzato un termine molto più ampio – questa è una sfida di tutto il nostro paese in cui dobbiamo mettere tutte le nostre conoscenze”.

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Franco Locatelli, Istituto Superiore della Sanità

Nessuna certezza

Stiamo vivendo una situazione completamente nuova – aggiunge Locatelli – che non ha precedenti nella storia epidemiologica e infettivologica. Non ci sono elementi solidi e inconfutabili rispetto ai quali è possibile formulare raccomandazioni stringenti, e pertanto non ci sono evidenze scientifiche in termini di contenimento del virus derivanti dalla chiusura della scuola e sui tempi scelti. Prolungare la chiusura? Sì, è possibile che sia necessario e dobbiamo essere pronti a perseguire questa eventualità in modo molto concreto”.

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