Spadafora: “Avrei preferito non si fosse giocato, mi sarei aspettato un segnale forte della Lega Calcio”

Il ministro dello sport interviene telefonicamente in diretta televisiva e cerca di mettere ordine in un pomeriggio di estrema confusione tra rinvii e notizie disattese.

“Non si doveva giocare”

Interviene in diretta poco dopo le ore 15 durante la diretta di Quelli che il Calcio su RaiDue per spiegare cercando di fare chiarezza in un momento di estrema confusione. Il ministro dello sport Spadafora chiede tempo e pazienza anche se avrebbe preferito che non si giocasse: “Io mi sono limitato a una valutazione personale, dal mio punto di vista sarebbe servito un segnale forte da parte di Lega Calcio e Federcalcio e avrei sospeso il campionato. La Lega Calcio ha ritenuto si dovesse giocare e ha fatto scendere in campo le squadre e ha fatto iniziare la gara. È una scelta che non condivido ma che rispetto nell’autonomia della decisione della Lega. Anche se mi auguro valutazioni diverse martedì quando ci vedremo tutti insieme”.

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“Emergenza straordinaria”

Spadafora chiede comprensione anche ai tifosi: “Il calcio è un aspetto importante di questo paese, un’industria significativa e capisco anche la delusione di tanti tifosi – continua il ministro – ma qui ci troviamo di fronte a un’emergenza di dimensioni gigantesche, qualcosa che non si è mai verificato nella storia del nostro paese e servono decisioni che siano condivise. Di fronte a un provvedimento come quello emanato dal governo mi sono limitato a un invito, certe decisioni non dipendono da me”.

Difficile capire quando si potrà recuperare

Sulla regolarità del campionato e sulla capacità organizzativa del calcio rimangono molti dubbi: “Questa è una situazione che non si risolverà in qualche giorno, è inutile dire che tutto tornerà alla normalità in poco tempo perché non sarà così. Dovremo gestire la situazione e dare la priorità alle cose davvero importanti. L’incontro di martedì servirà a riunirci tutti intorno a un tavolo e metterci d’accordo per la miglior soluzione possibile”.

Un’immagine di San Siro durante Milan v Genoa (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Il ministro saluta e in campo si abbracciano

Il ministro interviene in diretta in un clima surreale: da una parte il clan di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu che si sforza di fare una trasmissione divertente e piacevole in uno studio deserto dialogando con inviati in stadi altrettanto deserti. “Capisco i tifosi, non è bello che si giochi senza pubblico e che non ci sia nemmeno la possibilità di vedere le partite in televisione ma questa è la situazione che affrontiamo, dobbiamo prenderne tutti atto. Sono intervenuti tanti giocatori e tanti rappresentanti istituzionali: chiederemo anche a tutti i nostri campioni di rispettare le regole. Non è davvero il caso di aspettare il primo caso di contagio per poi prendere provvedimenti. Sarebbe un segnale assurdo da parte del calcio se anziché rasserenare fosse a sua volta portatore di un contagio”.

Non appena il ministro conclude il collegamento il Genoa passa in vantaggio con Pandev e i giocatori in campo si rincorrono, si abbracciano e si scambiano pacche sulle spalle. No, la distanza d’emergenza qui non c’è.

 

 

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