Coronavirus, l’Ue ha dubbi sulla efficacia della chiusura delle frontiere

Il portavoce della Commissione europea Eric Mamer ha dichiarato che, in conseguenza della diffusione del Coronavirus in tutti gli Stati membri, l’Unione Europea ha forti dubbi sull’efficacia delle misure relative alla chiusura delle frontiere.

Coronavirus, l'Ue ha dubbi sulla efficacia della chiusura delle frontiere (Getty) - meteoweek.com
Coronavirus, l’Ue ha dubbi sulla efficacia della chiusura delle frontiere (Getty) – meteoweek.com

La Commissione europea ritiene che il Coronavirus sia già in tutti gli Stati membri, perciò chiudere le frontiere non è necessariamente il modo migliore di garantire” una riduzione  ulteriore dell’epidemia nell’Ue. Lo ha dichiarato questa mattina Eric Mamer, portavoce della Commissione europea.

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In questo momento di crisi per tutti gli Stati membri dell’Ue è fondamentale mantenere un corretto funzionamento del mercato interno, per la salvaguardia di tutti, ed è essenziale un coordinamento da parte di tutti i Paesi dell’eurozona sulle misure da attuare per la gestione delle frontiere.

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La Commissione europea ha pubblicato oggi le “linee guida”, divise in 25 punti, per la gestione delle frontiere e per assicurare la disponibilità di beni e servizi, al fine di proteggere la salute di ogni cittadino dalla diffusione del Coronavirus. E ha dichiarato: “per evitare che le scarsità e le difficoltà economiche e sociali, che tutti i Paesi europei già affrontano peggiorino, è cruciale mantenere il funzionamento del mercato interno“.

I controlli alle frontiere

In una situazione estremamente critica“, gli Stati membri hanno facoltà di reintrodurre i controlli alle proprie frontiere interne per limitare il rischio di contagi ulteriori, ma hanno “l’obbligo di notificarlo come previsto dal Codice delle frontiere Schengen“, ha aggiunto la Commissione europea nelle linee guida per la gestione dei confini. Ha, però, tenuto a precisare che “ai cittadini Ue deve essere garantita la libertà di movimento, e in particolare non ci deve essere discriminazione tra i cittadini degli Stati membri“.

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Coronavirus, l’Ue ha dubbi su efficacia della chiusura delle frontiere (Getty) – meteoweek.com

La Commissione ha aggiunto che è necessario garantire la circolazione di cibo e medicinali per far fronte in maniera efficace al dilagare dell’epidemia di Covid-19. “Gli Stati Membri devono
salvaguardare la libera circolazione di tutte le merci. In particolare, devono garantire la filiera di prodotti essenziali come medicine, equipaggiamento medico, e cibo“, come si legge nelle linee guida.

I controlli necessari per l’ingresso nell’Unione Europea

La Commissione ha stabilito anche le misure da seguire nel caso di cittadini Ue e non Ue che vogliono entrare all’interno dei confini dei Paesi del trattato di Schengen. Alle frontiere esterne all’Unione Europea si suggerisce di attuare in ingresso delle misure di screening volte a valutare i sintomi o la pregressa esposizione al Coronavirus per arginare la possibilità di nuovi contagi provenienti dall’esterno.

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Nelle linee guida della Commissione, infatti, si legge: “tutte le persone, cittadini Ue e non Ue, che vogliono entrare in Schengen sono sottoposti a controlli sistematici ai punti di ingresso. I Paesi membri possono rifiutare l’ingresso a cittadini di Paesi terzi con sintomi pertinenti o che sono stati esposti al virus“.

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Le misure riguardanti le frontiere esterne dell’Ue saranno definite e annunciate nel pomeriggio, in seguito all’incontro avvenuto questa mattina tra il presidente francese Emmanuel Macron, i presidenti del Consiglio Ue Charles Michel e della Commissione europea Ursula Von der Leyen e la cancelliera tedesca Angela Merkel.

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Durante la riunione telefonica di questa mattina, il presidente Macron ha chiesto caldamente di “intensificare il coordinamento europeo e adottare rapidamente misure efficaci e concertate, in particolare, riguardo alle frontiere dell’Ue” e ha condannato aspramente tutte le “misure unilaterali non concertate applicate alle frontiere da un certo numero di Stati membri dell’Ue“.

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