Coronavirus. Domiciliari con braccialetto ai detenuti, la Lega insorge

Fino al 30 giugno 2020, potrà essere ottenuta la detenzione domiciliare dai detenuti che devono scontare una pena, o residuo di pena, fino a 18 mesi, come già previsto dalla normativa vigente, ma con una procedura semplificata.

Resta la discrezionalità dell’amministrazione penitenziaria, ma da oggi i detenuti possono chiedere la detenzione domiciliare senza aspettare troppo tempo. Purchè la loro condanna non sia per reati gravi o superiore ai 18 mesi. La novità è stata spiegata in una nota del ministero della Giustizia, che ha spiegato le misure contenute nel decreto approvato ieri in Consiglio dei ministri.

 

Per i detenuti che devono scontare una pena da 7 a 18 mesi è previsto il ricorso ai braccialetti elettronici o altri strumenti tecnici. I braccialetti elettronici, ha spiegato il ministero, saranno resi disponibili secondo un programma di distribuzione adottato dal capo dell’amministrazione penitenziaria, d’intesa con il capo del dipartimento di pubblica sicurezza e tenuto conto della capienza dei singoli istituti, del numero dei detenuti ristretti, nonché delle concrete emergenze sanitarie rappresentate dalle autorità competenti. Dunque una norma che non è per tutti.

 

I reati particolarmente gravi, come quelli richiamati dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, i maltrattamenti in famiglia o lo stalking, sono esclusi dalla norma che prevede l’accesso alla detenzione domiciliare.Esclusi anche i detenuti che hanno partecipato alle rivolte dei giorni scorsi in molte carceri italiane.

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La Lega non ci sta

“La Lega è assolutamente contraria a qualsiasi sconto di pena, amnistia, indulto o uscita dal carcere anticipata – commenta il leader della Lega Matteo Salvini La certezza della pena è fondamentale, soprattutto dopo le rivolte nelle carceri che hanno causato morti, feriti ed evasioni. Il nostro pensiero va agli agenti della Penitenziaria, troppo spesso dimenticati e trattati peggio dei detenuti”.

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