La situazione non si placa, i dati sulla diffusione del contagio rimangono sostanzialmente immutati rispetto alla giornata di ieri. Ma i decessi sono purtroppo notevolmente aumentati.
Il coronavirus non arretra: tutti i dati che riguardano lo sviluppo del virus sono purtroppo in aumento anche se con un incremento tendenziale inferiore rispetto a quello degli ultimi giorni. Le persone contagiate sono 28.710 con una crescita sostanziale di persone ricoverate in in isolamento, in tutto 2.357. I decessi accertati su tutto il territorio nazionale sono stati 475, 130 più di ieri. Un incremento, purtroppo molto alto.
“Fa sperare il numero dei guariti 1084 in più, un numero veramente importante, che li porta in totale a 4025, più 37% rispetto a ieri”. dice il commissario Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione civile. “Ci sono 2648 positivi in più, per un trend sostanzialmente stazionario in questa settimana”, ha aggiunto.
La situazione più drammatica resta in Lombardia: le persone contagiate sono 12.266, 171 in più rispetto a ieri, 1493 persone in isolamento, una crescita appena inferiore a quella di ieri. Le persone ricoverate sono 7285, più 322 in più rispetto a ieri con 924 persone in terapia intensiva, nove in meno rispetto a ieri. Ma siamo davvero vicini al dato massimo possibile… Due terzi dei decessi nazionali sono stati registrati in Lombardia. Una cifra, purtroppo, molto preoccupante. Molte le vittime decedute in casa di riposo per le quali non si procede nemmeno a una possibile rianimazione. Non lo consentono la mancanza di strutture ma anche le condizioni, particolarmente gravi, delle vittime.
La Lombardia non ha praticamente più posti a disposizione in rianimazione. Se a Lodi il numero dei contagiati sta progressivamente scendendo, ed è un segnale di controintendenza di grande efficacia, la situazione è drammatica a Bergamo che in questo momento è la città in assoluto più colpita. Gli ospedali non hanno più posti a disposizione in isolamento e l’unica soluzione è trasferire, cosa che dalla Lombardia viene fatta ormai sistematicamente. A Crema è stato predisposto l’allestimento di un nuovo ospedale da campo strutturato per alcune decine di persone.
Un altro dato significativo è quello che riguarda il flusso di persone sulle strade. Davvero troppe: “Noto troppi provvedimenti da parte della pubblica sicurezza a carico di persone che vanno in giro senza un motivo giusto né logico. Evidentemente a molti non è ancora chiaro quanto questo sia un atteggiamento assolutamente sbagliato e pericoloso, soprattutto per gli altri, anche nella loro stessa famiglia. Non possiamo ripeterlo tutti i giorni. La gente che non ha motivo di uscire – ha detto con tono estremamente fermo Borrelli – deve assolutamente stare in casa”.
“Confermiamo questo dato – dice Borrelli – ma non abbiamo ancora una teoria sul perché il dato di mortalità che riguarda gli uomini oltre i 70 anni sia così alto. C’è sicuramente un fattore che caratterizza l’Italia, che è l’età media elevata”.
“Non abbiamo evidenze che il virus sia diverso rispettto a quello cinese o ad altre aree del mondo – sottolinea il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Silvio Brusaferro – le analisi del virus non dicono niente del genere. Ma in qualche modo il virus sta colpendo aree del paese dove la nostra età media è elevata. Ma questo non ci fa pensare che l’Italia abbia una specificità diversa rispetto ad altri paesi”.
L’Italia non è ancora autonoma sotto l’aspetto dei DPI, in particolare le mascherine. La cosiddetta riconversione industriale è in atto, ma non siamo pronti: “Siamo in una fase in cui misuriamo l’effetto delle misure adottate in tutto il paese, siamo in una fase in cui non possiamo ancora vedere i benefici, ci vorrà ancora qualche giorno. Per questo non dobbiamo mollare. Dobbiamo mantenere rigorosamente queste misure se vogliamo vedere davvero degli effetti e proteggere le nostre persone più anziane”.
C’era grande attesa per l’arrivo alla Malpensa della task force cinese che è arrivata intorno alle 17.30 alla Malpensa accettando subito di rispondere alle domande dei giornalisti: “Qui in Lombardia la situazione è grave – ha detto uno dei medici che è arrivato direttamente dal famoso ospedale di Wuhan, quello costruito in soli tre giorni per mille posti – perché i contagi sono molti e non accennano a placarsi. È una situazione che abbiamo vissuto sulla nostra pelle e che in Cina è costata moltissime vite umane anche tra medici e professionisti. Siamo qui, in un paese amico che vive il nostro stesso dramma, per dare una mano”. Sono sette medici e tre tra tecnici e infermieri: sono atterrati a Milano dopo una decina di ore di volo da Shanghai e si metteranno subito al lavoro dando un’occhiata ai dati di visitando i padiglioni della Fiera dove si sta costruendo il polo ospedaliero d’emergenza Covid 19.
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