Coronavirus: cos’è l’immunità di gregge che, secondo alcuni, potrebbe salvarci

Che cos’è l’immunità di gregge e perché se ne parla? Dalle dichiarazioni del governo inglese al parere di un esperto su questo fenomeno di immunizzazione di massa.

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Immunità di gregge: cos’è e che legami ha con la Gran Bretagna? – meteoweek

Ultimamente, riguardo alle dichiarazioni di qualche giorno fa da parte del Premier britannico Boris Johnson poi ritrattate, si sta parlando di “immunità di gregge”.

Cos’è l’immunità di gregge

Questo fenomeno è il meccanismo per cui una popolazione si immunizza ad un’infezione perché vaccinata o perché la maggior parte di essa l’ha contratta sviluppando difese, tutelando così indirettamente anche i soggetti suscettibili.

Tale immunità non può essere indotta lasciando contagiare il maggior numero numero di persone, ma va raggiunta tramite campagne vaccinali. Esse si potranno condurre all’arrivo del vaccino a partire dal personale sanitario e dai soggetti più deboli, su una base di popolazione immune dopo la prima ondata dell’epidemia.

Perché se ne parla?

Se ne sta parlando molto adesso perché in Gran Bretagna un consigliere scientifico del governo, Patrick Vallance, nei giorni scorsi aveva spiegato che la strategia inglese per il contenimento del virus, adesso evidentemente ritrattata, sarebbe stata quella di far sviluppare una certa immunità della popolazione.

Per fare questo, circa il 60% della popolazione avrebbe dovuto contrarre il Covid-19:Che il Paese si prepari a «perdere persone care prematuramente», aveva detto il premier Boris Johnson, tornando poi sui suoi passi.

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Il primo ministro britannico Boris Johnson (Photo by SIMON DAWSON/POOL/AFP via Getty Images)

L’immunità di gregge nel vaiolo

Un caso riuscito di immunità di gregge era avvenuto con il vaiolo: «Il successo più importante è stato quello contro il vaiolo. Ce l’abbiamo fatta raggiungendo l’85% circa di copertura vaccinale a livello mondiale, incluse le aree più remote del globo – dice a corriere.it Paolo Bonanni, professore di Igiene presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Firenze – Non è facile arrivare all’immunità di gregge nemmeno quando c’è un vaccino ancor più difficile arrivare all’eradicazione totale di una malattia.

La copertura vaccinale deve essere alta dovunque nel mondo, e se i virus con cui abbiamo a che fare (come il coronavirus) vengono dal mondo animale, la completa eliminazione è pressoché impossibile. Il vaiolo era un virus solo umano. Anche la poliomielite lo è, infatti è stata quasi totalmente debellata».

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I rischi di un’immunità di gregge “spontanea”

Per spiegare i rischi di un’immunità di gregge “spontanea”, il professore spiega: «Significherebbe lasciare circolare il virus senza misure di contenimento, e avere un carico di morti intollerabile, per non parlare della situazione degli ospedali – continua Paolo Bonanni – Noi tuteliamo prima di tutto la vita umana con le armi a disposizione e per ora abbiamo solo l’isolamento e il distanziamento sociale.

Con un virus di tipo nuovo entrano in gioco anche variabili sconosciute: non sappiamo se l’immunità sarà permanente e, anche se lo fosse, dovremmo valutare se il patogeno muti, come fa l’influenza stagionale (per la quale dobbiamo vaccinarci ogni anno)».

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