Coronavirus, gli Stati Uniti scendono in guerra contro il nemico invisibile

Il presidente americano Trump annuncia aiuti per 100 miliardi di dollari mentre New York chiede l’aiuto dell’esercito e il Kansas chiude le scuole. Positivo anche un senatore repubblicano.

New York si attende 200mila contagi in un mese (Photo by ANGELA WEISS/AFP via Getty Images)

Tempo di guerra

I tempi dell’emergenza si sono rapidamente diffusi in tutti gli Stati Uniti con la stessa velocità con la quale i contagi vengono evidenziati un po’ in tutti i paesi dell’Unione. Secondo gli ultimi dati resi noti ieri dal servizio sanitario nazionale federale degli USA, i casi accertati di coronavirus sono 6.496 per 114 morti. Ma il dato, per quanto ufficiale, è in aggiornamento. Anche ieri numerose vittime decedute con sintomi chiaramente riconducibili al coronavirus, non sono state sottoposte al tampone post-mortem perché di tamponi non ce n’erano. E questo sta rallentando non solo l’aggiornamento dei dati ma anche la profilassi necessaria per decine di famiglie che dovrebbero essere poste con urgenza in isolamento.

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I tamponi in arrivo dall’Italia

Intanto ieri è stata confermata dal Pentagono la notizia di 500mila kit diagnostici arrivati con l’aeronautica militare da Aviano e forniti dal nostro paese: “Un gesto di grande generosità” ha detto il comandante in campo della US Air Force sottolineando che i tamponi erano già stati distribuiti per la diagnostica nelle zone più colpite.

Il cartellone del Music Hall di Rodeo Drive a Beverly Hills dice… “State Calmi”(Photo by Mario Tama/Getty Images)

New York chiede l’esercito

Se Seattle è stata la prima grande città a sprofondare nell’emergenza, New York è quella che negli ultimi giorni evidenzia i dati più drammatici. Il sindaco della grande mela Bill De Blasio ha confermato 923 casi in città sottolineando che a questo punto New York potrebbe aver bisogno dell’assistenza militare. La crescita dei contagi è lenta ma molto accentuata e distribuita in tutti i distretti: “Il picco è lontano, forse arriverà a maggio, non prima dice il governatore di New York Andrew Cuomoe la città non può permettersi il disordine”. Gli ospedali sono tutti allertati ma la macchina organizzativa della task force sta verificando dove poter realizzare un grande ospedale per le emergenze. Una soluzione potrebbe essere il Madison Square Garden ma più probabilmente verrà individuata un’area militare. Cuomo ha parlato di una necessità non inferiore a 35mila unità di terapia intensiva

Anche la Florida chiude tutto

Anche la Florida è stata colpita in modo serio: il paradiso dei divertimenti, come Las Vegas, che da martedì ha chiuso tutti gli alberghi e i casinò, ha interrotto qualsiasi attività. Chiusi club sportivi, i golf, i tennis club, i parchi a tema. I grandissimi mall center del paese, anche nel New Jersey,in Texas e in California e in tutta l’area di Chicago sono chiusi fino alla fine dell’emergenza. Un provvedimento attuato inizialmente dal governatore del New Jersey Phil Murphy e poi imitato da molti altri paesi.

100 miliardi di aiuti

Donald Trump ieri ha ufficialmente approvato un piano di aiuti sociali che complessivamente arriverà ad un ammontare di 100 miliardi di dollari. Denaro fresco per aiutare le imprese a non chiudere, un provvedimento che i senatori hanno approvato quasi all’unanimità. Per la prima volta il presidente americano sembra avere completamente abbandonato l’atteggiamento di chi riteneva il virus un problema non americano… Eloquente il suo intervento di ieri: “Dobbiamo combattere questo nemico invisibile e ci stiamo avvicinando rapidamente a smascherarlo. Posso garantirvi che un giorno saremo qui, in piedi, e diremo… Abbiamo vinto”. Nel frattempo il Kansas è il primo paese dell’unione che ha deciso di chiudere le scuole fino alla fine dell’anno. Un’iniziativa che a breve dovrebbe essere annunciata anche da New York, Illinois, Texas e California.

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Chiusi tutti i casinìdi Las Vegas, ormai una città deserta (Photo by Ethan Miller/Getty Images)

Un senatore positivo

Intanto anche il congresso ha il suo primo contagiato: si tratta del deputato repubblicano della Florida Mario Diaz-Balart che ha annunciato di essere risultato positivo al coronavirus, divenendo così il primo membro del Congresso americano a essere positivo. Al momento è in isolamento a casa, le sue condizioni non sarebbero gravi.

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