Coronavirus, Piemonte: nuova ordinanza sulle attività all’aperto

Il Presidente del Piemonte Alberto Cirio, sta per firmare una nuova ordinanza che impedirà ai residenti le attività all’aperto. 

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(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Alberto Cirio, presidente della regione Piemonte, sta per firmare una nuova ordinanza che ridurrà in maniera ancora più drastica la possibilità per i residenti di fare attività all’aperto. All’ANSA Cirio ha infatti spiegato che, dato che si avvicina il fine settimana, non è più possibile aspettare. Ha poi dichiarato che sono giorni che cerca un dialogo con il governo su questa questione. Il governatore alle ore 13 della giornata di oggi, riunirà i presidenti delle province del Piemonte, i rappresentanti di Anci e Uncem e sindaci dei capoluoghi. La riunirà servirà ad esporre e condividere l’ordinanza, per firmarla entro la giornata.

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Con questa nuova ordinanza, Il Piemonte si prepara dunque a prendere misure ancora più drastiche per cercare di contenere l’epidemia di coronavirus. Saranno infatti vietate tutte le attività all’aperto. Intanto, nella giornata di ieri, l’Unità di Crisi della Regione, ha riferito che si sono registrati otto nuove morti causate dal Covid-19. Con queste, il numero totale di decessi in Piemonte sale a quota 183. L’unità ha poi dichiarato che si sono registrati cinque nuovi guariti. Si tratta di due uomini di Torino, due donne dell’Astigiano, e un uomo residente in provincia di Cuneo. Al momento, il Piemonte ha superato la soglia dei tremila contagi.

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(Photo by JAVIER SORIANO/AFP via Getty Images)

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono attualmente 263, mentre i test diagnostici eseguiti fino ad adesso sono 9.424. Di questi, 5.812 sono negativi. La diffusione del virus ha poi costretto molti pronto soccorsi del territorio a chiudere. Lo ha comunicato la Regione attraverso una nota ufficiale. In questa si rende noto che al momento quelli sospesi sono Giaveno, Venaria, Lanzo, Nizza, Borgosesia, Bra, Ceva.

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Nella nota, la Regione Piemonte si è poi rivolta ai direttori generali chiedendo loro di “provvedere a riorganizzare subito i percorsi e l’attività aziendale, in coerenza con questa disposizione, liberando le risorse, secondo le necessità COVID, entro e non oltre 3 giorni dalla presente lettera”. È stato inoltre chiesto alla popolazione di non recarsi per alcun motivo nei pronto soccorsi dichiarati chiusi.

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