Domani sarà prorogato il divieto di colloqui familiari per i detenuti, misura presa per contrastare il contagio da coronavirus. La Polizia Penitenziaria teme nuove sommosse.

Si temono nuove sommosse nelle carceri italiane: domani verrà con tutta probabilità prorogata la misura restrittiva che prevede lo stop ai colloqui familiari, uno dei motivi scatenanti delle rivolte di due settimane fa che hanno causato danni ingenti e soprattutto decessi. A lanciare l’allarme sommosse sono alcuni sindacati della polizia penitenziaria. Il Dap ha distribuito nelle carceri 1.600 cellulari e altrettanti ne ha ordinati. Una misura, quella dello stop alle visite, che ha fatto da miccia alla rivolta scoppiata due settimane fa in quasi 30 penitenziari distruggendo interi reparti con danni per milioni di euro, come accaduto a Modena, provocando 13 morti da overdose tra i detenuti che, dicono, hanno razziato metadone. Le sommosse hanno causato anche il ferimento di molti agenti, la presa di ostaggi, e l’evasione di decine di condannati dal carcere di Foggia.
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In vista di una settimana che si aspetta molto calda, l’Unione dei sindacati di polizia penitenziaria (Uspp), protestando anche per la mancanza di misure di protezione dal virus e di tamponi, ha
indetto lo stato di agitazione sotto forma di sciopero bianco,
dal mansionario. Il personale è particolarmente provato dai turni
massacranti di 24 ore protratti anche per tre giorni consecutivi e
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Per quanto riguarda l’utilizzo dei cellulari che dovrebbero diventare 3200, “si potrà fare ricorso a questi mezzi, in aggiunta a quelli già presenti negli istituti (Skype e telefoni fissi), oltre i limiti di tempo consentito”, informa il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria.. Tra le altre iniziative per tenere quanto più calma una popolazione carceraria di oltre 60mila persone che vivono stipate, c’è anche l’utilizzo senza costi del servizio di lavanderia, la possibilità di ricevere bonifici online, l’aumento dei limiti di spesa per ciascun detenuto. In arrivo anche 200mila mascherine per gli agenti della penitenziaria.






