Coronavirus l’Avigan verrà studiato e testato: ma non è la panacea

Il farmaco cinese che sembra aver avuto effetti positivi su alcuni malati cinesi e giapponesi è molto lontano dal poter essere considerato la risposta definitiva alla malattia.

L’antinfluenzale giapponese Avigan è stato utilizzato come farmaco contro il coronavirus con qualche successo. Sarà sperimentato anche in Italia (Photo credit should read KAZUHIRO NOGI/AFP via Getty Images)

Il caso Avigan

Come era logico attendersi la notizia di alcune persone malate di coronavirus trattate con successo con l’Avigan, ha scatenato il tam tam social e una caccia al farmaco antinfluenzale che è stato utilizzato sia in Cina che in Giappone. Ma sull’Avigan (favipiravir), l’AIFA l’agenzia del farmaco frena e chiede cautela.

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Non c’è prova evidente

Questo farmaco non è autorizzato né in Europa, né negli USA. L’Aifa lo ribadiva già con un documento del 22 marzo sottolineando tutti i dubbi della comunità scientifica ufficiale rispetto ad una possibile sperimentazione dell’Avigan nel trattamento al coronavirus.

Il parere di Locatelli

Oggi, nel corso della conferenza stampa della protezione civile Franco Locatelli, presidente del consiglio superiore della sanità lo ha ribadito con grande chiarezza. “Un conto è parlare di sperimentazione per testare e verificare eventuali soluzioni terapeutiche, un altro è passare per una soluzione sicura farmaci che sembrano avere avuto risultati positivi sui quali però non c’è alcuna prova sientifica. Prima di poter dire che abbiamo trovato una soluzione in termini di terapia antivirale di un qualsiasi farmaco che limita la patologia di infiammazione respiratorie, servono prove concrete. Ben vengano le prove, i test. Ma fino a quando non c’è prova ed evidenza di efficacia, e oggi questa prova non c’è, raccomando prudenza e cautela. Non possiamo indurre speranze che poi rischiano di andare pesantemente deluse e frustrante”.

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Franco Locatelli, Istituto Superiore della Sanità

Luca Zaia: “Il farmaco verrà sperimentato in Veneto”

Tuttavia il governatore del Veneto Zaia ha chiesto di poter sperimentare il farmaco giapponese. L’associazione italiana del farmaco ha dato il suo ok alla sperimentazione.

Sull’argomento ha parlato anche il virologo Roberto Burioni: “Sono stupidaggini, dobbiamo accettare la certezza solo da autorità sanitarie. Leggiamo cose allucinanti: il farmaco russo, il preparato giapponese, la vitamina C, la pericolosità dell’ibuprofene, i proclami sugli ACE inibitori che i somari scrivono ECA. Tutte queste cose in effetti hanno un aspetto in comune, sono tutte scemenze”.

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