“In Giappone sono tranquilli. L’Avigan cura il 90% dei casi di Coronavirus”

Cristiano Aresu (chi è leggi QUI), farmacista, vive tra l’Italia ed il Giappone. A marzo era nel paese asiatico dove si è ammalato di coronavirus ed è stato curato, dice, con un farmaco che in Italia non viene utilizzato: l’Avigan. Ne ha parlato in alcuni video pubblicati si Facebook nei quali mostra la quotidianità della vita in Giappone: serena e senza limitazioni. Lo abbiamo intervistato.

Avigan, il farmaco utilizzato in Giappone contro il coronavirus

“Un video per farvi conoscere la verità ed aiutarvi a resistere. Questo è Ikebuku, quartiere di Tokyo. C’è tantissima gente, ordinata , che passeggia. Tutti molto tranquilli, i mezzi funzionano e circolano. Perchè?”. Si apre così il video di Cristiano Aresu, italiano a Tokio da febbraio, che testimonia come almeno in apparenza  nella capitale nipponica l’emergenza coronavirus sia gestita in modo molto più tranquillo che in Italia. “Perchè nei notiziari il Giappone viene descritto un luogo dove la gente si accalca, se ne frega della istituzione, pensa solo alle Olimpiadi? Il motivo è che non viene raccontata tutta la verità aggiunge l’autore del video. “Non pensate che questo sia il solito video complottista. Informatevi anche voi: andate su Google  e cercate Avigan. Cos’è? E’ un farmaco antinfluenzale che esiste dal 2012. Non vi racconto balle. Cercate in rete”.

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Favipiravir, altro nome con cui è commercializzato il farmaco

In effetti il farmaco Avigan esiste, ed è citato in relazione alla pandemia di coronavirus. “E’ un antinfluenzale che cura molti ceppi del coronavirus. Questo Avigan viene dato per curare l’influenza. Da qualche settimana qui in Giappone si sono accorti che l’Avigan cura il 90% dei casi di coronavirus” aggiunge Cristiano.  “Quando sono arrivato qui a febbraio in giro non c’era nessuno. Da quando hanno capito che l’Avigan aveva effetto su molti casi della malattia, la situazione è cambiata. Come vedete la gente circola tranquilla, senza mascherina. Prima ce l’avevano tutti”.  Una affermazione pesante, suffragata in qualche modo dalle immagini di assoluta “normalità” riprodotte nei suoi video.

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Un fotogramma del video che mostra la piazza di Tokio senza apparenti restrizioni

Dopo una breve ricerca in rete abbiamo verificato che il farmaco esiste. E’ noto anche come Favipiravir, ed è sperimentato contro il coronavirus. E pare che abbia anche effetto.

Dopo aver visionato diversi video di ‘Cris Ares’ , la nostra redazione ha deciso di contattare Cristiano Aresu, che prontamente ci ha inviato il suo numero telefonico ed ha risposto liberamente alle nostre domande. Ovviamente, vista la delicatezza dell’argomento, la telefonata l’abbiamo registrata.

D. Da quanto tempo e in Giappone e come ha vissuto l’esperienza di Covid 19 stando lì?

R. Vivo tra l’Italia e il Giappone, sono farmacista, ma ho anche diverse attività tra cui una mia impresa di import/export che mi porta a vivere due mesi in Italia ed un mese in Giappone. L’esperienza Covid 19 l’ho vissuta sulla mia pelle: Circa a metà marzo, sono stato infettato. Mi sono recato presso un Ospedale pubblico, e dopo il tampone che è risultato positivo, mi hanno somministrato alcune compresso di Avigan – e continua – prima di questa mia cura, le medesime compresse era disponibile anche presso le farmacie, ma dopo l’acquisto massivo dei cinesi, il Governo Giapponese ha preferito ritirarle e somministrarle solamente a chi è affetto da Covid 19″.

D. I media Giapponesi come trattano il caso Italia?

R. Ignorano totalmente gli eventi che stanno accadendo in Italia ed in Europa. Non considerano la chiusura che sta avvenendo in tutto il resto del mondo.

D. Qual’è l’idea prevalente sull’origine della pandemia, in Giappone?

R. Si vocifera di un attacco americano, per l’evoluzione del 5G. Tuttavia sono solamente voci e non sono miei pareri personali.

D. In Giappone il farmaco che avrebbe un effetto curativo sul virus è regolarmente in commercio e che prezzo ha?

R. Come già ho detto, ribadisco che il farmaco non è in vendita nelle farmacie, ma viene solamente prescritto dopo il tampone ed esclusivamente somministrato dal SSN.

D. Se il mio giornale scrivesse un articolo raccontando le tue considerazioni e recasse, in sintesi, questo titolo virgolettato “In Italia muoiono, in Giappone camminano in strada. Credono di aver trovato un farmaco” traduce in sintesi correttamente il senso delle tue dichiarazioni?

R. è un affermazione bella forte!, sicuramente anche se lo condivido, darei la notizia con un po’ più di tatto, perché la gente ultimamente reagisce molto male a questa notizia, l’ho provato io stesso sulla mia pelle, (ho ricevuto minacce per le mie pubblicazioni), diciamo che la notizia è questa: in Giappone c’è un farmaco che aiuta a combattere il Coronavirus, non negli stati terminali perché sarebbe un miracolo dopo le lacerazioni cutanee dei polmoni, però nella prima settimana aiuta a guarire. L’Avigan è un antinfluenzale che tratta il Coronavirus come un influenza che tra l’altro è. Si in Italia la gente muore e sarebbe giusto dargli il diritto di sapere che in Giappone, dall’altra parte del mondo, c’è un farmaco che aiuterebbe a combattere questo. Diciamo che sarebbe un arma in più con cui sparare questo virus che ci sta uccidendo.

D. Pertanto se ci fosse la possibilità di effettuare i tamponi a tappeto a chiunque fosse riscontrato il Covid 19 e si potesse somministrare le compresse di Avigan cosa accadrebbe alle persone?

R. Si salverebbero tutte, se fosse riscontrata la positività nelle prime fasi della sua affezione. E con una prevenzione nel lungo termine la pandemia verrebbe debellata.

D. Quali sintomi hai avuto? Quanto è durato? Come si è comportata l’organizzazione sanitaria del Giappone dinanzi al tuo caso?

R. il Covid 19 adesso viene trattata come un influenza, adesso sono guarito, ma magari il prossimo anno può tornarmi, è un influenza a tutti gli effetti. Se io adesso tornassi in Italia, e mi fanno il tampone, sarei negativo, perchè il virus è scomparso. Non sono un malato di HIV, è come una malattia simile alla polmonite. Nel mondo il virus si è propagato tantissimo e magari è facile riprenderselo, ma se vai in Giappone con l’Avigan ti curi nuovamente. In Italia muori.

D. Qual’è l’errore più grande che sta facendo l’Italia ora? E la scelta più giusta?

R. L’errore più grande in questo momento, oltre la miriade di errori che già ha fatto, come consigliare la gente di andare a fare l’aperitivo per non creare un allarmismo. Ma adesso l’errore più grande è negare all’italiano la speranza e informare che c’è questa cura, attraverso l’Avigan. Al momento il farmaco è stato acquistato dall’Indonesia, dall’Iran, dalla Cina. Non comprendo come un paese come l’Italia che è una potenza mondiale ed anche la più colpita, non si sbrighi ad acquistare questo farmaco risolutivo. Ti do per garantito che l’Aifa (leggi cos’è QUI) è a conoscenza dell’esistenza del farmaco, ma inspiegabilmente, e senza entrare nel complottismo, non ha comunicato, non ha approvato e non ha divulgato!. L’ho dovuto fare io prendendomi insulti e minacce.

Avigan sperimentato in Veneto

Sull’Avigan è intervenuto anche il presidente della Regione Veneto Zaia. Citando il video di Cristiano Aresu ha dato una notizia importante: “Vi informo che l’Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco) ha dato l’ok alla sperimentazione del farmaco. Quello di cui si parla nel video che sta girando da 24 ore e che mostra gli effetti positivi che ha avuto bene in Giappone. Bene: serve o non serve? Verrà sperimentato in Veneto, e spero che da domani si possa iniziare” .

La precisazione dell’Agenzia del Farmaco

Ma i tempi per verificare l’efficacia dell’Avigan forse non saranno così brevi. L’ Aifa, l’Agenzia del Farmaco, ha pubblicato una precisazione sul suo sito che raffredda un pò gli animi: “In merito alle recenti informazioni circolate in rete e a mezzo stampa relative all’utilizzo della specialità medicinale a base di favipiravir nel trattamento di COVID-19, l’Agenzia italiana del Farmaco precisa quanto segue:  Favipiravir (nome commerciale Avigan) è un antivirale autorizzato in Giappone dal Marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci. Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli USA. Il comunicato dell’Aifa prosegue affermando che ad oggi non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da COVID-19. “Sono unicamente noti dati preliminari specifica l’Agenzia nel comunicato “disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con COVID 19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia COVID-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aersol”. Secondo l’Aifa, pur essendoci dei dati che possono indicare una “potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici”  mancano i dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia. Detto questo, uno spuraglio c’è: “La Commissione Tecnico-Scientifica di AIFA, riunita in seduta permanente, rivaluta quotidianamente tutte le evidenze che si rendono disponibili al fine di poter intraprendere ogni azione (inclusa l’autorizzazione rapida alla conduzione di studi clinici) per poter assicurare tempestivamente le migliori opzioni terapeutiche per il  COVID-19 sulla base di solidi dati scientifici” spiega il comunicato. “In particolare” prosegue “nella seduta di domani, lunedì 23 marzo, la Commissione si esprimerà in modo più approfondito rispetto alle evidenze disponibili per il medicinale favipiravir”. Bisognerà attendere domani, quindi, per capire come l’Aifa si orienterà sull’eventuale sperimentazione dell’Avigan.

Il parere del virologo Roberto Burioni

Abbiamo voluto chiedere un parere ad una delle più autorevoli voci sull’argomento “coronavirus”: il professore Roberto Burioni. Contattato via mail dalla nostra redazione, ha risposto in modo breve ma esplicito: Non esiste alcuna prova dell’efficacia di questo farmaco, e tutti dovrebbero un poco svegliarsi in questo momento per non credere a notizie palesemente false. Molto chiara la sua posizione, dunque. Roberto Burioni non è convinto dell’efficacia dell’Avigan nei confronti del coronavirus.

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