L’Aifa: perchè è così importante nella cura al Coronavirus

Si sta parlando in queste ore anche dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Perché e cosa fa questa agenzia nazionale? A breve la riunione per parlare di un medicinale che sembra aver avuto effetto nel trattamento del Covid-19 in Giappone.

Si sta parlando nelle ultime ore dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco dato che, essendo l’autorità nazionale competente per l’attività regolatoria dei farmaci, può determinare anche le nuove possibili implicazioni farmacologiche in Italia ai tempi dell’emergenza Covid-19.

L’Aifa è un Ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza e economicità, sotto la direzione del Ministero della Salute e la vigilanza del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia. Collabora con le Regioni, l’Istituto Superiore di Sanità, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, le Associazioni dei pazienti, i Medici e le Società Scientifiche, il mondo produttivo e distributivo.

Tra le sue funzioni:

  • garantisce l’accesso al farmaco e il suo impiego sicuro ed appropriato come strumento di difesa della salute
  • assicura la unitarietà nazionale del sistema farmaceutico d’intesa con le Regioni provvede al governo della spesa farmaceutica in un contesto di compatibilità economico‐finanziaria e competitività dell’industria farmaceutica
  • assicura innovazione, efficienza e semplificazione delle procedure registrative, in particolare per determinare un accesso rapido ai farmaci innovativi ed ai farmaci per le malattie rare
  • rafforza i rapporti con le Agenzie degli altri Paesi, con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e con gli altri organismi internazionali
  • favorisce e premia gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S) in Italia, promuovendo e premiando la innovatività
  • dialoga ed interagisce con la comunità delle associazioni dei malati e con il mondo medico‐scientifico e delle imprese produttive e distributive
  • promuove la conoscenza e la cultura sul farmaco e la raccolta e valutazione delle best practices internazionali.

leggi anche >> Coronavirus, come capire i sintomi: dalla forma asintomatica alla più grave

Perché se ne sta parlando in questo momento?

Se ne parla particolarmente in queste ore in relazione all’Avigan, farmaco che sembra aver avuto effetti positivi sulla cura del Covid-19 in Giappone, come circola da alcune testimonianze video da accertare.

Tra i pareri scettici e quelli più convinti, sul farmaco è intervenuto positivamente il presidente della Regione Veneto Zaia, che informava che l’Aifa avrebbe dato l’ok alla sperimentazione del farmaco.

 

I tempi però sembrano essere più lunghi del previsto, come sì descritto in QUESTO ARTICOLO. La stessa Agenzia del Farmaco avrebbe specificato sul suo SITO in merito alle ultime informazioni sulmedicinale a base di favipiravir (nome commerciale Avigan) nel trattamento di COVID-19 che il farmaco è un antivirale autorizzato in Giappone dal Marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci. Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli USA“.

leggi anche l’articolo >> “In Giappone sono tranquilli. L’Avigan cura il 90% dei casi di Coronavirus”

Sono noti solo pochi dati ma l’Aifa si riunirà per approfondire sul favipiravir (Avigan)

Il comunicato continua specificando che ad oggi non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da COVID-19, ma Sono unicamente noti dati preliminari“, descritti nel documento.

 

Detto ciò, posto che “la Commissione Tecnico-Scientifica di AIFA, riunita in seduta permanente, rivaluta quotidianamente tutte le evidenze che si rendono disponibili al fine di poter intraprendere ogni azione (inclusa l’autorizzazione rapida alla conduzione di studi clinici) per poter assicurare tempestivamente le migliori opzioni terapeutiche per il  COVID-19 sulla base di solidi dati scientifici” riprende poi il comunicato, “nella seduta di domani, lunedì 23 marzo, la Commissione si esprimerà in modo più approfondito rispetto alle evidenze disponibili per il medicinale favipiravir”.

Impostazioni privacy