Coronavirus, muoiono altri tre medici: il conto sale a quota 66

Si tratta di un medico di famiglia di Messina, un cardiologo di Seregno e un ginecologo di Roma. Continua la lotta per la sopravvivenza dei camici bianchi contro il Coronavirus.

medici coronavirus

La lotta per sconfiggere il Coronavirus in Italia prosegue senza sosta. A fare la parte più importante nel combattere la diffusione e l’aggressività del Covid-19 sono soprattutto i medici. Loro, insieme al personale sanitario e ai volontari che si stanno aggiungendo giorno dopo giorno, stanno svolgendo un compito fondamentale per garantire la salute di migliaia di pazienti. Tuttavia, i medici non riescono a essere immuni al Coronavirus e nel frattempo arrivano altre brutte notizie su questo fronte. Altri tre dottori, infatti, hanno perso la vita nelle scorse ore.

Si tratta di tre nuove vite spezzate, a causa del loro contatto diretto con persone che poi si rivelano positive al Coronavirus. E fa impressione il fatto che i tre nuovi decessi siano avvenuti in località molto distanti tra loro, con competenze completamente diverse. Stiamo parlando di Gaetana Trimarchi, medico di famiglia di Messina; Norman Jones, cardiologo di Seregno (Como); Roberto Mileti, ginecologo di Roma. Un medico di base, un cardiologo e un ginecologo hanno dunque perso la vita per aver contratto il Coronavirus, unito probabilmente ad altre patologie.

Leggi anche -> Coronavirus, donna positiva muore durante il parto insieme al neonato

Leggi anche -> Coronavirus, Caritas: aumentano le richieste di aiuto

È fondamentale garantire la sicurezza ai medici e agli operatori sanitari – meteoweek.com

A rendere pubblica la notizia dei tre decessi causati anche dal Coronavirus, è stata la Fnomceo. La Federazione nazionale degli ordini dei medici ha infatti diffuso un comunicato, in cui veniva ufficializzata la notizia del decesso dei tre ordinati. Con questi ulteriori tre morti, il numero dei medici che hanno perso la vita da quando la pandemia è arrivata in Italia continua a salire. Sono ora 66, infatti, i camici bianchi che sono deceduti da quando il Coronavirus ha fatto capolino nel nostro Paese.

Con la crescita di questo dato, che non si arresta ma per fortuna non cresce in maniera veloce, aumenta la necessità di garantire le operazioni in massima sicurezza a medici, infermieri e volontari. Anche perchè, se c’è un dato che aumenta in maniera rapida, è proprio quello del personale medico e sanitario che resta contagiato. Giorno dopo giorno sono decide quelli che contraggono il Coronavirus, quindi diventa fondamentale proteggerli per far sì che i primi veicoli del virus non diventino proprio le persone preposte a curarlo.

Impostazioni privacy