Coronavirus: tanti morti in Italia, pochi in Germania, la scienza spiega perchè

Gravano sul bilancio italiano l’età media molto alta e la grande presenza di giovani ancora in casa con i genitori. La Germania combatte il Coronavirus con più posti in terapia intensiva.

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Ogni giorno arrivano i consueti bollettini quotidiani, che aggiornano ogni Paese al mondo sull’emergenza Coronavirus. E balzano subito all’occhio i tre dati principali, sui quali si possono basare alcune considerazione. Morti, guariti e nuovi contagi sono i tre parametri per capire come procede la lotta al Covid-19 in ogni Paese. E almeno per il momento, due tra le più importanti potenze europee sembrano viaggiare su rette parallele per quanto riguarda il numero dei decessi. Parliamo di Italia e Germania, non così distanti nel numero di casi complessivi ma quasi agli antipodi per quanto riguarda i morti.

Da quando si è diffuso il Coronavirus nel nostro Paese, come sappiamo dall’ultimo bollettino, si registrano oltre 119.827 casi di contagio. Sono 14.681 i morti nel nostro Paese, a fronte di 19.758 persone guarite. I dati sui contagiati e sui dimessi sono più o meno simili in Germania, anche se con un rapporto diverso. I tedeschi che hanno contratto il Coronavirus sono in totale 89.838 dall’inizio della sua diffusione nel Paese. Ci sono ben 24.575 casi di guarigione o dimissioni dall’ospedale per persone ricoverate, mentre impressiona il fatto che ci siano “appena” 1.230 morti.

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Coronavirus, le differenze tra Italia e Germania

Di fronte a questi numeri, una domanda sorge spontanea. Ci si chiede infatti perchè la Germania abbia pochi casi di contagio in meno rispetto all’Italia (circa il 18% in meno), mentre è netta la differenza nel rapporto tra contagiati e morti. In media nel nostro Paese muoiono 12 persone ogni 100 con sintomi di Coronavirus, mentre questo rapporto in Germania è di un decesso ogni 73 casi di contagio. Ci pensa la scienza, come sempre, a fornire spiegazioni su questo rapporto diametralmente opposto tra i decessi nel nostro Paese e in quello tedesco.

A partire da Andreas Backhaus, demografo che espone quella che potrebbe essere la prima reale motivazione. Stiamo parlando della differenza piuttosto netta nell’età media tra i due Paesi. In Italia l’età media è di ben 63 anni, contro gli appena 45 anni di età media in Germania. Una seconda motivazione può essere legata a un fattore di tipo sociale, in particolare nell’età in cui i giovani lasciano la casa dei propri genitori. La percentuale di persone “over 18” che vive lontano dalla sua famiglia di origine in Germania è la metà rispetto allo stesso fenomeno in Italia. Ne consegue, visto che il Coronavirus attacca soprattutto gli anziani, una percentuale più bassa di giovani a contatto con genitori e nonni anziani.

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E poi c’è l’aspetto puramente sanitario, dove si vedono ancor più chiaramente le differenze tra Italia e Germania. Partiamo dalla questione tamponi, con i “test a tappeto” svolti dal Paese tedesco. Qui vengono sottoposte ai tamponi anche le persone asintomatiche o con sintomi lievi, mentre nel caso italiano ci si limita a controllare persone con sintomi più evidenti o addirittura in condizioni critiche. In Germania, invece, estendere in maniera più ampia i controli fa sì che sia più facile contenere la diffusione proprio verso le persone più a rischio.

Infine si parla dei posti in terapia intensiva. La Welt, televisione tedesca, fa sapere che i posti in Germania erano ben 28mila all’inizio dell’epidemia, per poi diventare circa 40mila durante la diffusione del Coronavirus. In Italia erano appena 5mila i posti in terapia intensiva prima della diffusione, per poi aumentare di circa 9mila unità.

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