A Palazzo Chigi si è svolta, questa mattina, la riunione tra il premier Conte, il ministro Gualtieri e l’ad di Cassa Depositi e Prestiti per discutere del decreto liquidità e delle garanzie dello Stato per i prestiti bancari alle aziende. 
Questa mattina a Palazzo Chigi si sono incontrati il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri e l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo.
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Il tema principale dell’incontro verteva sul decreto liquidità e sugli strumenti da mettere in campo per le garanzie da parte dello Stato riguardanti i prestiti bancari alle aziende italiane.
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“Tutti insieme compatti si sta cercando di trovare la soluzione migliore. Stiamo finalizzando il decreto sulla liquidità. Garantiremo prestiti fino a 800mila euro al 100% e aumenteremo le garanzie al 90% per 200 miliardi di prestiti fino al 25% di fatturato delle imprese di tutte le dimensioni“, ha dichiarato il ministro Roberto Gualtieri al Tg1.
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Il governo sta alacremente lavorando per arrivare al Cdm già questa sera, ma il decreto liquidità non è ancora pronto, per cui è possibile che la riunione slitti a domani e che stasera ci sia soltanto un pre-consiglio. Già ieri sera c’era stata una prima riunione, cui aveva preso parte anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per discutere del provvedimento sugli aiuti economici alle imprese.
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Governo, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti stanno lavorando congiuntamente per trovare le soluzioni migliori per fronteggiare la crisi economica causata dall’epidemia di Coronavirus. L’obiettivo dell’incontro era stabilire chi dovesse assumersi le garanzie sui prestiti bancari alle aziende: se Cdp e la Sace, società per azioni del gruppo Cdp specializzata nel settore assicurativo e finanziario e nel sostegno alle imprese italiane. Secondo diverse fonti, il Ministero dell’Economia dovrebbe acquisire la società Sace, operazione non ben vista da una parte del governo. Una fonte del M5S ha, infatti dichiarato, che ci sarebbe “il rischio di snaturare l’istituzione Cassa Depositi e Prestiti” e un possibile ritardo nell’immissione delle garanzie dello Stato necessarie per i prestiti alle aziende.
