Coronavirus. Decreto Cura Italia: quasi tutti chiedono cabina di regia

Il governo pone la fiducia sul Cura Italia. Pd in pressing per la cabina di regia. Delrio: “Parta velocemente” Il capogruppo leghista Romeo: “Non ci sono presupposti per la collaborazione con la maggioranza”. Incontro tra ministri e comitato tecnico-scientifico sulla Fase due.

C’è un’Italia da rimettere in piedi economicamente dopo l’emergenza coronavirus. E un Italia che non sa se e quando ci sarà una fase 2 nella quale si potrà sperare non tanto di uscire, quanto di poter tornare gradatamente a lavorare. E il mondo della politica si spacca sulle responsabilità e su chi deve decidere.  Graziano Delrio, il capogruppo Pd alla Camera, fa pressing sulla “cabina di regia” chiesta dal segretario Nicola Zingaretti per fare il punto sull’emergenza sanitaria e soprattutto sulle tappe della ripartenza in un dialogo stabile con l’opposizione, le parti sociali, le Regioni e gli amministratori. “Deve partire velocemente – avverte Delrio – aspettiamo che sia convocata da Conte”.

Leggi anche -> Conte annuncia: “Liquidità immediata per 400 miliardi, potenza di fuoco”

Ieri il premier Conte ha riunito i ministri con il comitato tecnico-scientifico. Sarebbe meglio che si concretizzasse la convocazione della cabina di regia così come la vogliono i Dem e anche Italia Viva. Continua Delrio: “Deve essere il luogo in cui sindacati, imprese, associazioni di categoria, maggioranza e opposizione e le Regioni e gli amministratori si incontrano”. Non può esserci solo un “faccia a faccia” del premier Giuseppe Conte con i leader dell’opposizione, come già è stato. Se non è uno strumento operativo, perde il suo scopo, perché “è poi in Parlamento che bisogna lavorare insieme. E il primo test al Senato sul voto in commissione Bilancio sul maxidecreto Cura Italia ha mostrato che il dialogo con le opposizioni non c’è”.

Cabina di regia per decidere insieme, Italia Viva e le opposizioni

La capo delegazione di Italia Viva al governo, la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova: la cosiddetta cabina di regia  non può limitarsi a incontri del presidente del Consiglio, Conte o del ministro dell’Economia, Gualtieri con i leader dell’opposizione.
L’accordo centrosinistra-destra per il bene del Paese, nel momento drammatico dell’emergenza sanitaria, non sembra mai essere decollato. Tanto che sul maxi decreto Cura Italia il governo ha deciso di mettere la fiducia giovedì prossimo in Aula al Senato, Il capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, ha detto: “La scelta di blindare con la fiducia il decreto fa comprendere che non ci sono i presupposti per una collaborazione con la maggioranza”. Giorgia Meloni: “Tra gli emendamenti rimasti ce n’era uno sull’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza non solo per coltivare i campi ma anche per portare ad esempio a casa la spesa agli anziani che non possono farlo. E c’era una serie infinite di proposte di buonsenso”. Matteo Salvini invece voleva l’esame di tutti gli emendamenti della Lega. Degli oltre mille emendamenti presentati al CuraItalia ne restavano sul tavolo 520 “selezionati” dalle forze politiche, più tutti quelli della Lega. Salvini non era disposto a rinunciare a proposte ad alto impatto sull’opinione pubblica come la sospensione delle bollette fino a settembre, lo stop agli affitti per le società sportive, l’aumento di stipendi per infermieri e medici (misura che dovrebbe essere comunque discussa), saldo a stralcio delle cartelle Equitalia.

Impostazioni privacy