Francesca Verdini , momenti di paura per la fidanzata di Salvini: “Un uomo per strada mi ha…”

Francesca Verdini, fidanzata di Matteo Salvini e figlia di Denis Verdini, ha di recente raccontato su Instagram un episodio avvenuto domenica mattina quando ha incontrato un uomo che ha iniziato ad urlare, facendole vivere dei momenti di paura.

Matteo Salvini e Francesca Verdini – Fonte: Instagram

L’episodio che ha coinvolto Francesca Verdini

Uscita da casa per andare a fare la spesa, così come concesso dal decreto per il coronavirus, Francesca Verdini si è imbattuta in uomo che ha iniziato ad urlare. Attraverso un racconto su Instagram la fidanzata di Salvini ha spiegato:

Questa versione del mondo vuota sta iniziando a terrorizzarmi. Sono scesa a fare la spesa ho deciso, per vedere se la chiesa qui accanto ha lasciato rametti di ulivi benedetti, di prendere una strada diversa… Mentre la percorro, vedo un uomo che suona ripetutamente ad un campanello e guarda verso qualche finestra, proseguo. Quando siamo vicini, mentre ci incrociamo, mi accorgo che ha smesso di suonare e che si è girato a guardarmi. Non so perché ho avuto un secondo di paura“.

“Abbasso gli occhi e proseguo. Mi grida qualcosa. Proseguo. Grida più forte con tono arrabbiato, ma non lo capisco. Però mi fermo, siamo solo io e lui. Prego? Urla ancora più forte e molto arrabbiato, ancora non capisco, ma intuisco che mi chiede soldi, perché mi sventola sguaiatamente un bicchiere e delle sue parole distinguo chiaramente “un euro”, “un euro”. Ho solo la carta e comunque molta paura, “scusa non ho niente”, e proseguo. Riparto accelerando, ma la strada è stretta e lunga. Lui prende ad urlare furiosamente, come un matto, un urlo profondo, stracolmo di rabbia. Fa sicuramente passi nella mia direzione. Ho abbastanza paura per non capire per più di qualche secondo che cosa fare“.

Matteo Salvini e Francesca Verdini – Foto fornita da Marco Bertorello / Credits: Getty Images

Il racconto della fidanzata di Salvini

Francesca Verdini, come raccontato da lei stessa, ha iniziato ad accelerare il passo, con l’intento di allontanarsi il prima possibile dall’uomo in questione, “ma la voce era sempre troppo vicina. Non so quando, ho iniziato a correre. E finalmente la voce si fatta mano a mano sempre più lontana. Per tutto il tragitto ho guardato terrazze, finestre, ho sperato di incrociare persone. Fino a casa, arrivata ho fatto le scale così velocemente che mi è sembrato di non averle neanche fatte. Ho chiuso la porta e sono corsa alla finestra, ho continuato a cercare persone affacciate”.

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Per poi concludere: “Non è successo niente, e forse non era neanche pericoloso, ma solo arrabbiato. Ma ho avuto paura, e all’improvviso ho realizzato perché è tanto importante vedere i nostri vicini che cantano e salutano; perché abbiamo bisogno di speranza. In tutte le sue forme. Ma in qualsiasi forma la vediamo, la speranza è umana e si trova solo attraverso le persone. È sempre così ovvio, ma sempre cosi poco evidente; Nessuno si salva da solo. Neanche quel signore arrabbiato”.

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