Jean-Luc Godard | lo storico regista debutta ad 89 anni su Instagram

Jean-Luc Godard, uno degli esponenti più importanti della Nouvelle Vague francese, nonché uno dei registi più significativi del cinema internazionale, ha debuttato alla veneranda età di 89 anni su Instagram.

La Scuola di arte e design di Losanna ha organizzato un evento che è già diventato epocale: la prima live Instagram di Jean-Luc Godard, storico esponente della Nouvelle Vague francese. Il cineasta, famoso per la sua riservatezza e la sua ritrosia a mostrarsi in pubblico, si è collegato dalla sua casa casa di Rolle, sulle rive del lago Lemano, dove vive insieme alla sua compagna, la regista Anne Marie Miéville.

Jean-Luc Godard debutta su Instagram

Iconico anche attraverso lo schermo di uno smartphone, con il suo sigaro in mano, Godard parla a ruota libera del lockdown, del cinema e della musica. Solo due anni fa al Festival di Cannes, dove presentava in concorso il suo film Le livre d’image aveva parlato con la stampa via FaceTime, negandosi fisicamente. Ma il regista ammette di non usare assolutamente alcun social network. Di tanto in tanto fa capolino durante la diretta Fabrice Aragno, il suo direttore della fotografia con il quale sta lavorando al prossimo progetto. “Il nuovo film parlerà di musica”, dice. Ma d’altronde la musica film è sempre un elemento centrale della sua opera (da Bizet alla Bohème).

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Le sceneggiature scritte a mano

“I politici, i capi di stato affogano nelle parole”, spiega Jean-Luc Godard, che ha sempre sostenuto l’inutilità di spiegare i film a parole, essendo opere che già parlano attraverso le immagini. Il regista confessa di scrivere ancora a mano le sue sceneggiatura. E spesso non riesce neanche a rileggere quello che aveva scritto. “Perciò lo riscrivo e non è mai la stessa cosa. Come si dice, solo la mano che cancella può scrivere la verità”, chiosa. Poi si abbandona ad attimi di lirismo: “La sera ascolto i sogni, passano attraverso luoghi e forme che saranno per noi sempre misteriosi”, dice Godard. “La televisione fabbrica oblio, il cinema dei ricordi”, riassume in una frase che è già storica. “Sta a noi scoprire se le persone che pronunciano in tv certe parole intendono in realtà dire altro”.

Un film sul Coronavirus?

“È un po’ presto per fare un film su questa crisi”, risponde a chi gli chiede se ha in mente di realizzare un lungometraggio sul momento che il mondo sta vivendo a causa del Coronavirus. “La parola virus deve essere pronunciata almeno una o due volte”, prosegue. “Perché questo termine indica il virus della comunicazione e non solo il microrganismo. Moriremo del primo e non del secondo”. Per questo Godard dice di non guardare la tv, se non per recuperare qualche vecchio film. “A volte prendo dei frammenti di telegiornale che penso possano essere utili per una sceneggiatura, ma sarebbe impossibile trovare un attore capace di sembrare uno speaker che accetti di essere filmato in una finzione che è la vita stessa. È una idea che rimanda un po’ a La voce umana di Cocteau”.

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