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Cronaca

Penalisti: Governo si assuma responsabilità di decisioni immediate o si rischia una catastrofe

Coronavirus: nel carcere di Dozza 20 positivi, i penalisti: “Quello che avevamo previsto un mese fa è puntualmente accaduto”.

(Foto di Scott Olson, da Getty Images)

I penalisti, nell‘Unione delle camere penali, lanciano un appello al governo, sottolineando il pericolo di una grave catena di contagi da coronavirus all’iinterno delle carceri. “Quello che avevamo facilmente previsto un mese fa, e che uno Stato che non debba vergognarsi di sé avrebbe dovuto evitare, è puntualmente accaduto“. I penalisti ci tengono a sottolineare che quanto sta accadendo fosse già stato largamente previsto. Il governo era stato più volte allertato da penalisti e proteste interne alle carceri. Ora i contagi a Dozza, nel bolognese, arrivano a 20.

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E i penalisti continuano: “Gli irresponsabili profeti del carcere come luogo protetto dalla epidemia, dispensatori di rassicuranti contabilità quotidiane sull’esiguo numero di detenuti contagiati, dovranno rispondere di questo. I 20 detenuti positivi nel carcere di Dozza a Bologna sono la ovvia conseguenza di una cultura populista e giustizialista del carcere che mostra tutta la sua indecenza etica e la sua pericolosità sociale. Anche da Voghera giungono notizie di grande allarme”. Ciò che era stato previsto si sta dunque realizzando. Ora, secondo i penalisti, è importantissimo correre ai ripari, prima che sia definitivamente troppo tardi. “Si intervenga subito, nelle carceri ci sono ancora diecimila detenuti oltre la capienza regolamentare. Il Governo si assuma la responsabilità di decisioni immediate, o si rischia una catastrofe“. Non si tratta più, quindi, di una questione politica, ma di un’esigenza sanitaria.

L’appello dei penalisti, 25 marzo: “Inerzia irresponsabile del governo”

(Foto di Kamil Krzaczynski, da Getty Images)

E i penalisti si erano già espressi sull’emergenza coronavirus nelle carceri, come ci tengono a sottolineare. Già in data 25 marzo i toni erano netti: anche circa 20 giorni fa si parlava di responsabilità del governo e decisione immediata. “Mentre anche Francia e Spagna scarcerano migliaia di detenuti per prevenire l’epidemia nelle carceri, e il ministro Bonafede orgogliosamente ne rivendica 50, rassicurando così la Lega di Matteo Salvini, apprendiamo oggi da un comunicato ufficiale del Garante dei detenuti che i famosi reparti di isolamento sanitario attrezzati nelle nostre carceri in questi giorni in taluni casi non corrispondono al significato specifico della parola isolamento”. A parlare era il presidente dell’Unione delle camere penali, Gian Domenico Caiazza.

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Già in data 25 marzo i penalisti avevano fatto notare l’insufficienza delle misure prese e la grave situazione di sovraffollamento delle carceri, terreno fertile per un’epidemia interna. Il penalista fa un esempio: un reparto “costituito da 5 stanze di cui 4 a tre letti e una a due letti ed ospita 14 persone”. Poi l’appello al governo, oggi ribadito: “Il carcere è una polveriera e l’inerzia del governo è irresponsabile. Occorre comprendere, prima che sia troppo tardi, quello che oggi anche il Csm sottolinea ufficialmente. L’infame sovraffollamento delle carceri italiane impone, per esigenze di tutela della salute pubblica sia dentro che fuori dal carcere, misure coraggiose che riguardino da subito migliaia di detenuti, idonee a ricondurne il numero entro i parametri della legalità costituzionale”. Oggi l’Unione dei penalisti sottoscrive: ci vuole coraggio da parte del governo, ci vuole un intervento tempestivo.

Il Cura Italia e i suoi effetti

Intanto la situazione del sovraffollamento delle carceri sembra lievemente migliorare dopo il decreto Cura Italia. Stando ai dati del dipartimento amministrazione penitenziaria, sono più di 4.000 i detenuti scarcerati dall’inizio dell’emergenza. In data 29 febbraio i detenuti erano 61.230. In data 6 aprile sono invece 57.137.

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Le motivazioni sono differenti, stando all’analisi del Dipartimento. Innanzitutto un aumento degli arresti domiciliari, dovuto all’applicazione del decreto Cura Italia. Poi un rilascio di alcuni detenuti per motivi sanitari, quindi per ragioni legate all’emergenza coronavirus. Inoltre, c’è stato anche un incremento di permessi concessi a detenuti in semilibertà, sempre in conseguenza all’emergenza coronavirus. Questi detenuti ora, in alcuni casi, possono evitare il rientro serale in istituto. Infine una diminuzione dei reati ha inciso in un netto calo degli arresti in flagranza: anche in questo caso si tratterebbe di un effetto dell’emergenza coronavirus, e più in particolare del lockdown nazionale.

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